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Pegaso d’oro della Regione all’Associazione fra familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

La cerimonia si è tenuta a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. Il presidente Giani: “Un riconoscimento per il loro impegno e la loro forza nella memoria e nella giustizia”

Pegaso d’oro all’Associazione fra Familiari vittime della strage di via dei Georgofili

Per il lavoro costante svolto a favore della cultura della memoria quale fondamento contro le mafie, la criminalità organizzata e per la legalità”. Con questa motivazione il presidente della Regione Eugenio Giani ha consegnato oggi, lunedì 29 luglio, il Pegaso d’oro all’Associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili.

In quella tragica notte del 27 maggio 1993 persero la vita i coniugi Fabrizio Nencioni e Angela Fiume con le loro figlie Nadia e Caterina e lo studente Dario Capolicchio e rimasero ferite 38 persone.

Alla cerimonia a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, insieme al presidente Giani, erano presenti Giuseppe Nicolosi, oggi procuratore capo della Repubblica di Prato, e Alessandro Crini, ex procuratore capo della Repubblica di Pisa, ora in pensione: entrambi hanno speso una fetta importante della loro carriera in magistratura con i colleghi Gabriele Chelazzi e Piero Luigi Vigna, a dar la caccia ad organizzatori, esecutori e mandanti delle stragi del 1993 che insanguinarono anche Firenze.

Pegaso d’oro associazione georgofili

La motivazione

Questo è un riconoscimento – ha detto il presidente Eugenio Gianiche come giunta regionale avevamo pensato di consegnare in occasione del 31esimo anniversario della strage, a maggio, ma tributato oggi, dà ancora di più il senso di apprezzamento e riconoscenza che proviamo nei confronti dell’Associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, guidata prima da Giovanna Maggiani Chelli e oggi da Luigi Dainelli.

È un’ associazione che ha avuto il pregio di essere sempre lì, incalzante, a raccogliere documentazione, elementi che arrivavano dalla società civile, di relazionarsi in modo diretto con i magistrati svolgendo un’azione preziosa. Non solo, attraverso l’associazione, abbiamo potuto organizzare tanti momenti importanti di approfondimento, di studio e di cultura della memoria che, come ha detto il presidente Mattarella a Civitella Val di Chiana, è la base per costruire il futuro. Quindi, la consegna del Pegaso d’oro è un’attestazione e una testimonianza di ringraziamento per quanto in questi 31 anni l’Associazione è riuscita a fare affinché la cultura della memoria sia fondamentale per l’impegno per la legalità, contro le mafie e contro la criminalità organizzata”.

La cerimonia

Il Pegaso d’oro, massimo riconoscimento della Regione Toscana, è stato dato a Luigi Dainelli, presidente dell’Associazione che, dopo i ringraziamenti commossi alla Regione, ha voluto affidare il riconoscimento a Walter Ricoveri, seduto in prima fila.

Walter Ricoveri, che abitava in via dei Georgofili, è stato tra coloro che costituirono il primo comitato di via Lambertesca, poi tra i fondatori dell’Associazione familiari delle vittime della strage insieme a Giovanna Maggiani Chelli ed è sempre stato presente a tutti i processi. Da quella notte di 31 anni fa, quando si salvò insieme alla madre anziana dall’esplosione, non ha mai smesso di impegnarsi e lavorare per chiedere e avere verità e giustizia, ha detto Dainelli passando il Pegaso d’oro nelle sue mani.

Seduti nelle prime file della Sala Pegaso c’erano Teresa Fiume, sorella di Angela Fiume, Patrizia Nencioni, sorella di Fabrizio Nencioni e moglie di Luigi Dainelli e Daniele Mosca e Paolo Lombardi, gli altri abitanti di via dei Georgofili che insieme a Ricoveri sono sopravvissuti all’esplosione. Con loro, Roberto Ciappi, sindaco di San Casciano dove viveva la famiglia Nencioni.

La consegna del Pegaso d’oro della Regione Toscana

La strage

Incidentalmente – ha specificato in chiusura il presidente Giani – attraverso la testimonianza dei magistrati Nicolosi e Crini, oggi è stato ricordato come la Procura di Firenze con le sue indagini accurate sulla strage dei Georgofili, non solo ha fatto un lavoro prezioso che ha riallineato tutti i tasselli portando a 15 ergastoli e alla punizione quantomeno degli esecutori materiali, ma addirittura è arrivata a capire già nel ‘93, ‘94 che chi aveva perpetrato la strage dei Georgofili era lo stesso responsabile della strage di via d’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Una pista talmente vera che sarà confermata nel 2008 da Gaspare Spatuzza quando da pentito fornirà elementi essenziali, testimoniando quindici anni dopo che quella intuizione era giusta”.

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