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Patto per l’Arno, siglato il primo contratto di fiume per progetti e sinergie lungo il tratto casentinese

L’obiettivo è quello di valorizzare i corsi d’acqua favorendo la collaborazione tra enti, istituzioni, associazioni e cittadini. Per il presidente Giani: “H2O Casentino è un modello che vorremmo replicare in tutta la Toscana”

arno

Casentino H20 è il primo contratto di fiume formalizzato nell’ambito del Patto per l’Arno, il contratto che l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale promuove e coordina sull’intera asta del fiume toscano. L’obiettivo di questo strumento è quello di creare progetti e sinergie tra enti, istituzioni, associazioni e cittadini, per valorizzare e rendere fruibili i corsi d’acqua, in questo caso l’Arno.

“Nasce il Contratto di fiume per il primo tratto dell’Arno – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – un elemento di presidio per il fiume Arno e per i suoi affluenti. Coinvolge i 10 comuni del Casentino, che vivono uno stretto legame con i fiume fin dall’antichità, come dimostrano anche i ritrovamenti di manufatti votivi nel lago degli Idoli. Come Regione Toscana vogliamo che i contratti di fiume diventino sempre di più la regola, perché è un modo per creare sempre maggiori sinergie tra i soggetti istituzionali, per gestire adeguatamente i finanziamenti per per le opere necessarie a una corretta regimazione delle acque. H2O Casentino è un modello che vorremmo replicare in tutta la Toscana“.

Questo progetto vede lavorare già da più di un anno in stretta sinergia Regione Toscana e Autorità di bacino, insieme ad Anbi Toscana, Anci Toscana, oltre 45 amministrazioni comunali e i Consorzi di Bonifica 2 Alto, 3 Medio e 4 Basso Valdarno. Nel caso del contratto Casentino H2O il promotore è il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno.

I recenti eventi meteo hanno messo ancor più in evidenza la fragilità del territorio – spiega Gaia Checcucci, segretario generale dell’AdB Appennino Settentrionale – Ancora una volta si dimostra cruciale la necessità di avere un quadro conoscitivo sempre più aggiornato, come è quello che deriva dai nostri Piani di bacino e degli studi a supporto della pianificazione. In un territorio come quello dell’Alto Casentino la nostra pianificazione, aggiornata proprio in questi giorni per gli aspetti della pericolosità da dissesti geomorfologici, mette in evidenza l’importanza degli interventi di manutenzione del territorio e delle opere. Sfruttando le norme di semplificazione introdotte dal legislatore nazionale nel 2021 con il DL77 e valorizzando lo strumento del Contratto di fiume, il Commissario di Governo, d’intesa con l’Autorità di bacino e in collaborazione con le amministrazioni comunali territorialmente interessate, in un’ottica di sussidiarietà sostanziale, potrà più facilmente attuare interventi di manutenzione idraulica sostenibile e periodica dei bacini e sottobacini idrografici. Nella sua veste di promotore del Patto per l’Arno sull’intera asta, spetterà all’Autorità di bacino valorizzare poi queste best practice, come quella attuata con il Contratto H2O, ed esportarle in tutti gli altri tratti”.

Per quanto riguarda l’Alto Casentino, che rappresenta il perimetro del contratto H2O, il quadro tracciato dall’Autorità di bacino nell’aggiornamento di novembre 2022, vede il 31,4 % del territorio interessato da 3108 aree a pericolosità geomorfologica dovute a dissesti di varia natura; si tratta di 277 kmq su un totale di 881 kmq. Di tutto il territorio il 5.3% (pari a 851 aree per 47,5 kmq) è interessato dalla classe di pericolosità P4 “molto elevata” per la presenza di dissesti attivi, il 25,6 % (per 2185 aree per 226 kmq) ricade nella classe di pericolosità P3 “elevata” dovuta a dissesti potenzialmente instabili. Sul fronte della pericolosità da alluvione un dato preoccupa: anche l’Alto Casentino è interessato da numerose zone a pericolosità molto elevata da flash flood, le ormai note “bombe d’acqua”.

 

 

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