Partecipare significa essere informati e presenti, contribuendo fattivamente (con interventi di merito) alle decisioni che poi, come sempre accade e com’è normale che sia, spettano alle istituzioni. Un percorso non banale, che assomiglia molto al riconoscimento formale di un principio ideale che si trasforma in valore. Questo capitale da non disperdere si basa sulla consapevolezza, l’interesse e la presenza dei cittadini che abitano i territori. Ognuno con le proprie competenze. “Non c’è partecipazione senza la convinzione delle amministrazioni locali” chiosa l’assessore al governo del territorio della Regione Toscana, Stefano Baccelli. “Anzi, sarebbero necessari più confronti con la pubblica amministrazione, anche nelle fasi più avanzate di progettazione. Così facendo non si accumulano certo ritardi, ma si consentono migliorie”.
Il paesaggio è ovunque
Un principio, questo, che la Toscana ha declinato concretamente dotandosi di una legge sul tema della partecipazione. Non si tratta di una scelta scontata, dato che questa è l’unica esperienza italiana di questo tipo. “Partecipare significa contribuire alle decisioni, far parte di qualcosa di più grande che, attraverso processi politici e amministrati, è capace di creare un impatto sui territori. Proprio quelli in cui abitiamo” spiega Andrea Grazzini (Fondazione formazione forense, ordine avvocati di Firenze).
Il paesaggio, su cui si concentrano sia i percorsi partecipativi sia le decisioni delle amministrazione, è infatti “ovunque”. Ce lo ricorda il professor Marcello Cecchetti (Università di Sassari). “I paesaggi non sono solo quelli belli, da cartolina. Non sono solo quelli dal valore incommensurabile. O meglio, sì, sono anche quelli. Del resto in ogni ambito c’è l’eccellenza. Ma il paesaggio è più semplicemente lo spazio in cui si vive, quello percepito dagli uomini”.
La Convenzione europea
Una definizione che è ben evidente anche nella Convenzione europea del paesaggio, sottoscritta proprio a Firenze poco più di vent’anni fa. Nell’articolo uno si legge che il paesaggio “designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e umani e dalle loro interrelazioni”. In queste parole è riassunto il significato politico, istituzionale e partecipativo di questo percorso che, di fatto, riguarda tutti.
La democrazia partecipativa
È proprio per commentare, illustrare e condividere processi e buone pratiche che è stato organizzato il convegno “Governo del territorio, ambiente e opere pubbliche: la partecipazione come metodo”. A promuoverlo è Regione Toscana, attraverso la Garante dell’informazione e della partecipazione, insieme a Fondazione formazione forense di Firenze, Rete toscana professioni tecniche e Fondazione sistema Toscana. Nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze, sono passati in rassegna rappresentanti delle istituzioni, delle professioni e del mondo associativo. “Il modo più giusto e corretto per definire questo percorso è ‘democrazia partecipativa’. Perché è di questo che si tratta” spiega la garante regionale Francesca De Santis, che nell’occasione ha presentato anche il libro da lei curato (“La partecipazione nel governo del territorio in Toscana”), scaricabile in pdf anche dal sito di Regione Toscana.
L’obiettivo della semplificazione
“Il concetto ‘felice’ di partecipazione, che sta a cuore a tutti noi, oggi fa rima con semplificazione. Non sono due concetti a contrasto, tutt’altro. Si tratta piuttosto della sua evoluzione” commenta il governatore della Toscana, Eugenio Giani. “L’impostazione normativa toscana sulla partecipazione è stata un punto di riferimento nel panorama nazionale. Ora dobbiamo spingerci ancora più avanti, dando ancor più concretezza a questo concetto. Grazie alla partecipazione, che fa parte del mio sistema di valori, dovrà essere più semplice arrivare alla realizzazione delle opere pubbliche. Questa è la sfida che abbiamo davanti: partecipare, semplificare, fare“.