Non è un semplice libro di ricette quello di Silvia Chiarantini. “Parkour – La mia cucina, sconfinata e in movimento”, Porto Seguro editore, ma una vera e propria “biografia culinaria”, un viaggio nella vita dell’autrice tra famiglia, incontri e storie di vita. Ogni pagina è una scoperta che tiene fede al titolo: parkour è la disciplina sportiva che consiste nel superare ostacoli naturali o architettonici. Ogni ricetta è il superamento di confini e barriere è il saltare tra culture gastronomiche millenarie, sottolineando le somiglianze anziché le differenze. Dal muhallabie palestinese al biancomangiare, dalla panzanella al fattoush due esempi di “cucina circolare”: insalate di verdure fresche inventate per utilizzare gli avanzi del pane.
Cucina e identità
Ci sono ricette della tradizione che si mescolano a piatti esotici, uno scambio che arricchisce, uno zibaldone culinario che, attraverso le ricette, svela un diario intimo, ricco di memorie e aneddoti di viaggi. Racconta di una cucina sempre aperta e in movimento, di ricette che oltrepassano confini, di ingredienti sconosciuti che diventano parte della propria personale tradizione. La cucina infatti è una forma di conoscenza e proprio attraverso di essa, arricchita da incontri, scontri e letture, ognuno forma la propria identità, che non è statica, ma fluida e in continuo divenire.
Acrobazie tra ricette sul filo dei ricordi
Il legame tra cibo e ricordo, di “Proustiana” memoria, è sempre molto forte e personale, un po’ come il nostro adattare le ricette ai propri gusti o alla propria storia. Così nella tradizionale farinata di cavolo nero si inserisce la: “carota della discordia” e i ceci vengono interpretati in quasi tutte le lingue del mondo: come nell’Humussina una personale ricetta mediorientale della Cecina. Si scopre che la zuppa inglese, dolce tipico di Firenze, è il piatto “parkour” per eccellenza: sembra venire dall’Inghilterra, tra gli ingredienti ha il pan di Spagna con il cacao che arriva dal Sudamerica e un liquore che è nato a Firenze, ma con un nome che ha assonanze arabe: l’Alkermes.
Tra nature morte e voli pindarici
I voli pindarici si susseguono tra le pagine, non solo nel tempo e nello spazio, da un paese all’altro mettendoli in connessione, ma anche negli ironici titoli delle ricette. L’autrice Silvia Chiarantini, alias Pop Cuisine sui social, ha curato con maestria anche le foto e lo styling del volume. Foto come quadri di nature morte ad interpretare fedelmente il racconto: un caleidoscopico affresco corale a più voci. Nel 2016 aveva scritto: “Pop Palestine viaggio nella cucina popolare palestinese” su cui aveva realizzato anche un apprezzato documentario.