È Palio a Siena e il tempo torna ad essere scandito dalla tradizionale ritualità vissuta dai contradaioli fino al Carriera del 2 luglio dedicato alla Madonna di Provenzano. Lo svelamento del drappellone è uno degli attimi più attesi, caricati da emozioni e presagi. Nel Cortile del Podestà del Palazzo pubblico, mercoledì 26 luglio, la città ha ammirato il suo Cencio disegnato questa volta da Giovanni Gasparro: una Madonna che avvolge con il suo manto azzurro la città e accanto a lei tutti i simboli che l’opera richiede, come il riferimento ai cavalli (vedi il ferro tenuto da uno dei tre putti) e le contrade. L’oro che evoca la divinità benedice le contrade e, particolare di quest’anno, c’è il riferimento agli ottanta anni dalla Liberazione di Siena avvenuta il 3 luglio del 1944.
Ad accogliere l’opera è stato uno scroscio di applausi. Dopo lo squillo delle chiarine di Palazzo e l’introduzione del sindaco di Siena Nicoletta Fabio, è stato il direttore dei Musei nazionali di Siena Axel Hémery a illustrare l’opera che entrerà nel museo di una delle 10 contrade che correrrà in Piazza: Giraffa, Nicchio, Onda, Valdimontone, Pantera, Bruco, Leocorno, Lupa, Civetta e Oca. Presente anche l’artista Giovanni Gasparro.
L’opera che esalta il Divino
“Audace nel suo classicismo”, è il commento di Axel Hémery, direttore dei Musei nazionali di Siena. Gasparro ha dipinto la Vergine nel registro superiore dell’opera, in una gloria di angeli, coronata come nell’effige della Collegiata di Santa Maria in Provenzano e guarda, con un mano posta sul petto, verso i fedeli e la città di Siena riunita per il Palio.
Uno degli angeli regge un ferro di cavallo dorato, allusione alla corsa in Piazza del Campo. Il velo azzurro della Madonna di Provenzano, calato dal cielo, diventa esso stesso la seta con cui è realizzato il Drappellone e un paggio, vestito con copricapo e Balzana sul petto, porta il Palio e si sporge dal velo, amplificando lo sdoppiamento tra reale ed irreale.
Gli stemmi delle dieci Contrade sono dipinti simulando un ricamo a filo d’oro. L’oro è attribuito al divino e le Contrade risultano così investite, idealmente, dalla benedizione della Vergine. Lo stesso oro è stato utilizzato, nella banda di seta in cima al Drappellone, per celebrare gli ottanta anni dalla Liberazione di Siena.
“La potenza evocativa di questa Vergine che avvolge la città con il suo manto – ha commentato Nicoletta Fabio, Sindaco di Siena – si completa con quella più terrena del paggio. Un po’ come avviene con la nostra Festa caratterizzata da valori aulici eterni, ma anche da attimi quotidiani. In questo si caratterizza la nostra forza, nel volersi superare sempre rispettando la propria identità”.
Per realizzare il Cencio, Giovanni Gasparro, come ha spiegato, ha “cercato di comprendere le dinamiche culturali, sociali, spirituali, e tutto ciò che si intreccia così singolarmente nel mondo del Palio e lo rende un universo fascinoso quanto indefinibile, nella sua unicità. Mi sono lasciato suggestionare piacevolmente dalla città, dai suoi abitanti e dalle sue splendide collezioni d’arte, che tanta parte hanno avuto nel mio processo di elaborazione creativa del Drappellone”.