L’obiettivo è ristrutturare gli edifici storici rurali disseminati nelle campagne toscane, il risultato è una riqualificazione del paesaggio, della sua storia agricola e culturale. Così l’avviso pubblico della Regione Toscana mette sul tavolo più di 32 milioni di euro per interventi di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale dal Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Molti edifici rurali e strutture agricole hanno subito un progressivo processo di abbandono, degrado e alterazione che ne ha minato i caratteri distintivi e il rapporto con l’ambiente circostante”, ha spiegato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, nel corso della presentazione del bando. Da qui la scelta di “ripristinare il patrimonio edilizio rurale” perché “migliora la qualità del paesaggio rurale e restituisce alla collettività un patrimonio edilizio non solo sottoutilizzato e non accessibile al pubblico ma che è anche testimonianza di memoria e di radici. Il patrimonio in questo modo potrà tornare in dotazione alla comunità, potrà essere reinserito nel tessuto economico e sociale del territorio, valorizzando le particolarità locali e far rivivere un presidio prezioso della nostra tradizione e della nostra storia”.
Chi può partecipare al bando
Si parte il 26 aprile con la presentazione delle domande e ci sarà tempo fino al 23 maggio 2022. Potranno farne richiesta (una domanda per ogni intervento) persone fisiche e soggetti privati profit e non profit, compresi gli enti ecclesiastici, enti del terzo settore e altre associazioni, fondazioni, cooperative, imprese in forma individuale o societaria, che siano proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili appartenenti al patrimonio culturale rurale della Toscana.
Gli interventi ammessi a finanziamento riguarderanno la valorizzare gli edifici storici rurali, con un legame storico con l’attività agricola, o quegli edifici o manufatti tipici della tradizione popolare (come fienili e mulini) e religiosa delle comunità rurali, ad esempio le cappelle o le edicole votive. Gli edifici dovranno essere dichiarati interesse culturale oppure avere più di 70 anni.
Tipologie di intervento ammesse
Sono tre le tipologie di intervento finanziabili:
- Risanamento conservativo e recupero funzionale di insediamenti agricoli, edifici, manufatti e fabbricati rurali storici ed elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale. Previsti anche interventi per il miglioramento sismico, dell’efficienza e volti all’abbattimento delle barriere architettoniche;
- Interventi di manutenzione del paesaggio rurale circostante;
- Allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi culturali, sociali, ambientali turistici (escluso ricettività), per l’educazione ambientale e la conoscenza del territorio.
Gli interventi finanziati dovranno essere avviati entro il 30 giugno 2023 e conclusi entro il 31dicembre 2025.
Le conseguenze sociali di questi interventi sono tutt’altro che irrilevanti, come sottolinea la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare, Stefania Saccardi: “Con la ristrutturazione di edifici abbandonati o degradati si punta a creare posti di lavoro, a ridurre le disparità regionali e alleviare l’impatto della crisi, anche grazie alla valorizzazione di luoghi e territori che in questo modo possono sviluppare l’artigianato e il mercato di prodotti agricoli locali. L’intento dell’investimento è quello di stimolare un processo sistematico di riqualificazione degli edifici rurali storici e di tutela del paesaggio, sia di proprietà o gestione ad enti privati che a enti del terzo settore”.
I finanziamenti erogati
Il contributo è concesso fino ad un massimo di 150mila euro, come forma di cofinanziamento per un’aliquota del 80%. Il contributo è portato al 100% se il bene è di interesse culturale.
Come e quando presentare le domande
Le domande potranno essere presentate dalle ore 12 del giorno 26 aprile alle ore 16:59 del giorno 23 maggio del 2022. L’ordine temporale di presentazione della domanda per via telematica determinerà l’ordine con il quale gli uffici competenti provvederanno all’istruttoria e alla valutazione. L’assegnazione dei finanziamenti procederà fino ad esaurimento delle risorse.