Enogastronomia/

Osterie Slow Food, in Toscana 27 chiocciole e una giovane promessa

Nella Guida 2025 premi a Duccio Frullani cuoco de La ciottolona di Montieri e alla zuppa di legumi di Nonno Cianco a Cutigliano

La ciottolona

La Toscana si conferma al terzo posto nella guida di Slow Food dedicata alle osterie d’Italia: 27 le attività premiate con la chiocciola. Solo Campania e Piemonte riescono a fare meglio in Italia. La 35esima edizione recensisce più di 1900 locali segnalati per cucina territoriale, selezione degli ingredienti e accoglienza genuina.

La Guida alle Osterie è stata presentata al Teatro Strehler di Milano e presenta una novità rispetto al passato. Alle sezioni dedicate a osterie, ristoranti, enoteche con cucina e agriturismi si aggiunge quella chiamata locali quotidiani in cui compaiono: pastifici, pub, enoteche e gastronomie.

Attività che per Slow Food esprimere l’idea di osteria così come raccontata da Osterie d’Italia. Si tratta di 134 indirizzi, che portano a 460 i nuovi ingressi.

La Guida sarà disponibile in tutte le librerie e sullo store online di Slow Food Editore dal 16 ottobre. L’app di Osterie d’Italia 2025 sarà disponibile per Android e iOS dal 30 ottobre, in italiano e in inglese.

I numeri della Guida Osterie Slow Food

Dei 1917 locali segnalati tra osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti nella guida, sono 324 i locali premiati con il massimo riconoscimento della Chiocciola per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con Slow Food.

Sono 211 i locali premiati con il Bere Bene, un riconoscimento per l’accurata selezione di bevande: birre artigianali, succhi, infusi, cocktail e distillati, 524 locali premiati con la Bottiglia per la curata selezione di vini.

Guardando alle regioni, quelle con più osterie segnalate sono il Piemonte (178), e subito dietro Campania (172) e Toscana (164), con un trend abbastanza simile nel numero delle Chiocciole che vede la Campania con 39 locali chiocciolati, il Piemonte con 29 e la Toscana con 27. Un risultato importante, soprattutto se si tiene conto del rapporto insegne/popolazione.

La presentazione della guida a Milano

Il futuro è anche qui, in osteria, dove ostesse, osti, cuoche e cuochi e il preziosissimo personale di sala esprimono non solo un’altra idea di ristorazione, ma di mondo -ha detto Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia-. Un’idea di mondo in cui si governa il cambiamento nel quotidiano con le scelte su approvvigionamento, stagionalità, filiera corta, su una ricerca in cucina non leziosa, sulle condizioni di lavoro dei collaboratori, sul modo di accogliere e far sentire gli ospiti a casa. Così come anche adottando pratiche che riducono lo spreco, rifiutano l’usa e getta, valorizzano gli scarti e i cibi cosiddetti umili. Scelte che educano a tavola e in cucina. Ci dimostrano orgogliosamente, ogni giorno, che il convivio è bellezza. E dove c’è bellezza si vive meglio”.

Il miglior giovane dell’anno per Slow Food è Duccio Frullani cuoco de La Ciottolona

Il miglior giovane lavora a Grosseto

Tra i premi speciali spicca il riconoscimento Giovane dell’anno è Duccio Frullani cuoco de La ciottolona di Boccheggiano a Grosseto. “Una cucina di carattere e identitaria, ma fortemente radicata: quella di Duccio Frullani è una scelta coraggiosa che parte dalla terra e dalla realtà di un piccolo borgo minerario. Con generosità e ingegno, Duccio ha messo a servizio del territorio il suo bagaglio di competenze, accumulate nelle varie esperienze professionali internazionali, per valorizzarne le materie prime e le storie dei suoi piccoli produttori” la motivazione del premio consegnato da Silvano Brescianini, Presidente del Consorzio Franciacorta.

Il piatto dell’anno è di Cutigliano

Il premio Piatto dell’anno è andato alla zuppa di legumi, raccontata dalle sue migliori espressioni al Nord, Centro e Sud Italia: pasta e fasoi dell’Antica trattoria Bellinazzo – Villa Bartolomea (Vr), zuppa di Slow Beans di Nonno Cianco – Cutigliano (Pt) e zuppa tradizionale di fagioli e scarole con fagiolo dente di morto di Acerra di Taverna a Santa Chiara – Napoli.

La zuppa di legumi espressione della biodiversità e preziosa fonte di proteine vegetali. Una cucina di recupero ragionata e nel segno delle cotture lente e non invasive.

Le 27 Chiocciole della Toscana

Nonno Cianco – Abetone Cutigliano (PT), Il Cappello di Paglia – Anghiari (AR), La Lina – Bagnone (MS), Il Tirabusciò – Bibbiena (AR), Quinto Quarto – Camaiore (LU), La Taverna di Vigliagli – Castelnuovo Berardenga (SI), Il Grillo è Buoncantore – Chiusi (SI), La Solita Zuppa – Chiusi (SI), Tenuta di Paganico – Civitella Paganico (GR), Bel Mi’ Colle – Colle di Val d’Elsa (SI), Osteria del Teatro – Cortona (AR), Leonardo Torrini – Firenze (FI) inserto (trippaio), Osteria dell’Enoteca – Firenze (FI), La Burlanda – Fosdinovo (MS), Oste Scuro – Grosseto (GR), Azzighe-Osteria a Metà – Livorno (LI), Il Mecenate – Lucca (LU), Locanda Agricola Posapiano – Montecarlo (LU), La Ciottolona – Montieri (GR), Il Libridinoso – Murlo (SI), L’Oste Dispensa – Orbetello (GR), Peposo – Pietrasanta (LU), La Bottegaia – Pistoia (PT), La Tana degli Orsi – Pratovecchio Stia (AR), Antico Ristoro Le Colombaie – San Miniato (PI), Il Conte Matto – Trequanda (SI) e Buonumore – Viareggio (LU).

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