Ci sarà anche un po’ di Toscana il 10 marzo a Los Angeles per la notte degli Oscar. L’attore e comico fiorentino Massimo Ceccherini è in lizza con ‘Io capitano‘ di Matteo Garrone: candidato al premio per il miglior film internazionale.
Ceccherini è uno degli sceneggiatori del film assieme a Garrone stesso, Massimo Gaudioso e Andrea Tagliaferri. Noto per i ruoli comici soprattutto nei film di Leonardo Pieraccioni, è presente anche con un piccolo ruolo nella recente opera del regista: “Pare Parecchio Parigi“.
Ma accanto al sodalizio consolidato con Pieraccioni in alcuni dei film più popolari: “I laureati”, “Il Ciclone”, “Il Principe e il Pirata” solo per ricordarne alcuni, Ceccherini vanta una lunga esperienza pure con Matteo Garrone.
Il precedente con Pinocchio
Nel “Pinocchio” del 2019, diretto proprio da Garrone, fu chiamato a vestire i panni della Volpe in coppia con Rocco Papaleo che faceva il Gatto. Anche in quell’occasione Ceccherini, oltre a portare la sua maschera tragicomica sul grande schermo, aveva dato il suo contributo alla sceneggiatura.
La chiamata di Garrone per “Pinocchio” arrivò in un momento di difficoltà per Ceccherini. “Non è che lavoravo poco: non mi chiamava proprio nessuno. Un po’ per errori miei, per comportamenti miei. E così sono passato dal non fare più niente a lavorare con Matteo Garrone, uno dei registi più bravi del mondo, e con Roberto Benigni, il mio idolo da quando ero ragazzo” raccontò l’attore fiorentino in un’intervista al Corriere della Sera.
Le affinità elettive di due artisti
L’idea di contribuire alla sceneggiatura di “Pinocchio” venne fuori a fronte delle affinità elettive tra i due. “Strada facendo, Matteo Garrone ed io ci siamo innamorati – rivelò ancora nell’intervista-. A un certo momento ci siamo detti ‘e ora che si fa?’. Siamo due uomini, e allora abbiamo deciso di fare un film. Se Garrone fosse stato una donna, non ci sarebbe stato il film“.
Dopo “Pinocchio” ecco quindi il bis con “Io capitano”. Un film che racconta il drammatico viaggio di due giovani cugini senegalesi, Seydou e Moussa, verso l’Europa sognando un riscatto e la realizzazione dei loro sogni. Forse gli stessi che hanno mosso Ceccherini a dare il contributo a un film così drammatico.
Dal Senegal alla notte degli Oscar
La pellicola di Garrone è frutto di ricerca e ascolto, grazie anche alla testimonianza del meditatore culturale Mamadouh Kouassi.”È una grande soddisfazione e siamo felici che l’avventura continui; nella speranza che il film, e la storia di Seydou, venga visto da un numero sempre maggiore di spettatori in tutto il mondo’‘ è stato il commento a caldo di Matteo Garrone alla nomination per gli Oscar.