Nell’estate del post-Covid l’Orchestra della Toscana è ripartita ed è andata in 17 comuni di 8 provincie diverse per un totale di 5.000 spettatori, e questo nonostante le capienze ridotte. Dopo il periodo estivo post lockdown, l’ORT propone una programmazione ad hoc per chiudere l’anno. I concerti che si terranno tutti al Teatro Verdi di Firenze arrivano fino a dicembre, un periodo più breve scelto per calibrare con attenzione le scelte artistiche alle attuali esigenze di sicurezza.
In tutto saranno venti appuntamenti in meno di tre mesi, tra conferme e novità a prezzi popolari. Si tratta di otto produzioni (16 concerti) alle quali si aggiungono un recupero importante come quello di Galliano, la ripresa dello spettacolo di Alessandro Riccio “Ti racconto Don Giovanni” inizialmente previsto al Niccolini e un appuntamento per i più piccoli nel periodo natalizio.
La nuova programmazione si intitola “Intermezzi” ed è ispirata alle omonime composizioni musicali. È pensato come un ponte tra due momenti, tra due stagioni, quella incompleta a causa del Coronavirus che ci lasciamo alle spalle e quella da definire meglio per il prossimo anno, aspettando l’evolversi della situazione.
Maurizio Frittelli presidente dell’Orchestra della Toscana ha dichiarato: “Sin dall’inizio del lockdown ci siamo chiesti come possiamo fare spettacolo e non perdere il rapporto con il pubblico. Abbiamo fatto streaming e dato segnali della vivacità propositiva e artistica dell’ORT. Quando abbiamo avuto la possibilità di riaprire con capienze più ridotte, per un numero esiguo di persone, i primi che abbiamo contattato sono stati quegli abbonati che eroicamente non hanno voluto il rimborso dell’abbonamento non utilizzato, ci è sembrato doveroso. Un omaggio senza che ci fosse richiesto. Adesso dopo l’uscita dal lockdown, i teatri possono essere riempiti non più come prima, ma con capienze molto più ridotte. Noi ci siamo organizzati con una capienza di circa 500 posti, consideri che il Teatro Verdi è un teatro da 1500 posti, quindi è disponibile meno di un terzo dei posti tanto che il concerto con Richard Galliano che era nel nostro cartellone che aveva già venduto 800 biglietti abbiamo deciso di spostarlo al Mandela Forum perchè ovviamente non eravamo in grado di farlo al Verdi. Al Verdi i 500 posti saranno distribuiti nel secondo e nel terzo settore di platea, perchè nel primo continuerà a trovare posto l’orchestra oltre alla galleria.”
Non avete il problema della bigliettazione nettamente più bassa rispetto alle precedenti stagioni?
Su questo ho molte cose da dire. Questo è un problema che riguarda coloro che organizzano spettacoli con strutture che non beneficiano del FUS il Fondo Unico dello Spettacolo. Loro devono coprire i costi con dei ricavi, con la prospettiva dato che sono imprenditori di ottenere anche un guadagno oltre che a un pareggio tra costi e ricavi. Noi come altre strutture che accedono ai fondi FUS possiamo con garbo ed equilibrio fare spettacoli di qualità ad un costo accessibile. Noi siamo l’Orchestra della Toscana che nasce come realtà territoriale di base, una realtà cioè che deve toccare tutta la regione, deve sentire il bisogno di occupare anche quegli spazi più periferici che altre strutture anche più grandi hanno difficoltà a toccare. Noi ci chiamiamo Orchestra della Toscana perchè siamo l’orchestra di tutta la Regione e abbiamo il dovere istituzionale di trovare il giusto equilibrio per poter fare spettacoli di qualità ma fruibili anche in città e paesi che non necessariamente hanno quella disponibilità economica che magari posso avere i fiorentini. Quindi noi scriviamo i nostri progetti pensando a una presenza capillare sul territorio con la prospettiva di muoverci. Siamo la prima ICO d’Italia, cioè una delle orchestre sinfoniche che sono definite dallo Stato come “Istituti Concertistici Orchestrali”, questo ci consente di perseguire il nostro scopo istituzionale ma anche quello di muoverci in tutta Italia e anche all’estero per il prestigio che ci siamo conquistati in questi 40 anni di attività.
I musicisti sul palco come saranno distanziati?
Indosseranno ovviamente la mascherina con una distanziazione di ampia sicurezza. Chiaramente i professori che suonano i fiati manterranno una distanza maggiore, perchè sono strumenti che si prestano a rischi di contaminazione più evidente.
Il programma
Apertura il 29 e 30 settembre con Daniele Rustioni e Francesco Piemontesi (sarebbe stato l’ultimo concerto della passata stagione, ma con un diverso programma), per proseguire con Nuno Côrte-Real e Ana Quintans il 7 e 8 ottobre in una produzione che andrà in tournée, immediatamente dopo, in Portogallo.
Si prosegue con Michele Campanella il 21 e 22 ottobre a cui seguirà il 29 e 30 ottobre John Axelrod che dirigerà tra l’altro il Triplo per pianoforte, violino e violoncello di Beethoven con la pianista Jin Ju e Daniele Giorgi e Luca Provenzani.
Sarà poi la volta del direttore onorario dell’ORT James Conlon il 24 e 25 novembre con due diverse produzioni, interamente mozartiane, una di seguito all’altra.
L’11 e 12 dicembre Valentin Uryupin e Alexandra Conunova saranno protagonisti di due concerto con Salieri, Mozart e Schubert.
Il 23 e 24 dicembre tornerà il tradizionale Concerto di Natale che quest’anno vedrà sul podio il nostro direttore ospite principale Beatrice Venezi.
Fuori dal cartellone il 5 novembre Richard Galliano al Mandela Forum, il 26 e 27 novembre ’Ti racconto Don Giovanni’ con Alessandro Ricco e l’ensemble di archi e fiati dell’ORT. E il 19 dicembre lo spettacolo per bambini ‘Il pupazzo di neve’ tratto dal racconto di Raymond Briggs.