L’evento “Toscana Europa”, con la presentazione dei nuovi programmi comunitari cofinanziati dalla Regione, segna innegabilmente un passaggio nodale di questa legislatura, un momento di svolta.
Le risorse economiche attivate sono imponenti incrociando tutti i programmi: quasi 3 miliardi e 300 milioni di euro da investire in progetti di assoluto rilievo da qui al 2027. Un modello virtuoso, quello toscano, nella capacità di attrarre finanziamenti (e in prospettiva di spenderli) e, al contempo, nel generare linfa vitale per una rinnovata visione strategica e di sviluppo di questa regione. Oltre ad essere la dimostrazione plastica di quanto l’Unione Europea, al di là delle polemiche e delle contraddizioni, sia pervasiva e determinante nel sorreggere la dimensione civica delle nostre esistenze.
Il presidente Eugenio Giani è stato chiaro nel suo intervento, indicando – con un colto riferimento all’armonia delle terzine dantesche – tre grandi linee-guida di una politica che torna a ridisegnare il futuro: valorizzare il talento, sostenere il bisogno, promuovere la coesione sociale delle comunità in tutti i territori . Ne emerge il disegno tanto caro al governatore, vale a dire quello di una Toscana diffusa, inclusiva, innovativa, orgogliosa della propria identità storico-culturale e consapevole di essere un (love)brand conosciuto in tutto il mondo.
E’ in gioco il livello qualitativo delle nostre esistenze, gli stili di vita, la crescita occupazionale e il ruolo della cultura nelle dinamiche non solo sociali. Una luce di speranza che ripone al centro l’individuo e il suo benessere.
Dieci i progetti-bandiera che puntellano le varie linee di intervento. Lato Fse: educazione, formazione professionale, lavoro, parità di genere, disabilità. Sotto l’ala, invece, del Fesr: imprese, energia, mobilità sostenibile e Toscana diffusa. Dai “nidi gratis” (misura annunciata recentemente che sostiene con forza le famiglie con isee sotto i 35mila euro) al reddito di libertà per le donne vittime di violenze e maltrattamenti. Senza dimenticare, solo per citare alcune attività, il bonus cultura per i giovani, il potenziamento dei centri per l’impiego, la crescita delle competenze digitali, l’aiuto ai più fragili, le comunità della terza età, la formazione a distanza e la transizione ecologica.
Insomma, una programmazione economica articolata che non può non innalzare le aspettative nei cittadini e che necessita di un sostegno condiviso, aperto, costruttivo e partecipato di tutto il sistema toscano: associazioni di categoria, reti sociali, volontariato, enti e organismi intermedi, stakeholder istituzionali.
Qui davvero è in gioco il livello qualitativo delle nostre esistenze, gli stili di vita, la crescita occupazionale (l’obiettivo è 100 mila nuovi posti di lavoro) e – come ha sottolineato più volte il presidente Giani – il ruolo propulsivo della cultura nelle dinamiche non solo sociali, ma anche in quelle produttive, come motore in grado di generare reddito e rinnovare competenze e professionalità.
Una luce di speranza che, sotto questa pioggia di soldi, ripone al centro dell’azione politica l’individuo e il suo benessere.