Parlare del verde pubblico in Italia è facile come sparare ad un bersaglio da un metro.
Per decenni il verde è stato declassato a “ornamentale” che equivale a inutile
Far sì che chi ha potere decisionale comprenda quanto siamo rimasti indietro rispetto al resto d’Europa è molto più difficile. Per decenni il verde è stato declassato a “ornamentale” che equivale a inutile. Sono nate aberrazioni, quali far sponsorizzare una rotatoria trasformandola in un irrazionale giardino non fruibile, lì in bella mostra senza che nessuno possa metterci piede ma con gli stessi costi di gestione del un giardino di una scuola.
Abbiamo città con rotatorie bellissime e curate ma immerse in sistema di alberature stradali senescenti, capitozzate, affogate dall’asfalto. Basta poi uscire dall’Italia per vedere l’esatto contrario ovvero un verde pubblico curato da macro a micro, dal viale alberato allo spartitraffico.
Il mondo della ricerca ci passa molte informazioni sull’abbassamento della qualità della vita nelle città che sono cresciute senza un corretto equilibrio fra infrastrutture e verde
Il mondo della ricerca ci passa molte informazioni sull’abbassamento della qualità della vita nelle città che sono cresciute senza un corretto equilibrio fra infrastrutture e verde. Problemi di salute, dalla crescita del diabete a problemi respiratori, da microcriminalità al disagio sociale.Sappiamo invece che porre attenzione al verde progettandolo, curandolo correttamente, genera benefici a cascata anche economici. Per prima cosa cercare di ridurre le emissioni, i modi per farlo li sentiamo quasi ogni giorno: ridurre l’uso dell’auto prediligendo mezzi pubblici o bicicletta, fare la raccolta differenziata, stare attenti ai consumi energetici, limitare l’uso del climatizzatore domestico.
Ideare giardini contemporanei sostenibili, di nuova concezione, che siano attrattivi e invitino agli scambi sociali
Poi occorre pensare al verde pubblico, a nuove tipologie di alberature che possano resistere ad ambienti estremi quanto possono esserlo i marciapiedi e il sottosuolo, con chioma assurgente per evitare inutili potature di contenimento. Al ripristino di mezzerie stradali con vegetazione in grado di frenare le polveri sottili e i gas di scarico delle auto in transito. Recuperare piccoli spazi urbani trasformandoli in salotti verdi per brevi soste di relax. Ideare giardini contemporanei sostenibili, di nuova concezione, che siano attrattivi e invitino agli scambi sociali.
>Siamo all’anno zero del nuovo verde pubblico? Vorrei sperarlo, se la richiesta arriva con forza dal basso la politica deve porci attenzione e reperire risorse per investirci. Non per rendere più belle le città ma per rendere migliore la vita dei cittadini.