Un ritorno tra i banchi confuso ed incerto. Carico di dubbi, perplessità ed insicurezze. Per noi e per nostri ragazzi, chiamati a riadattarsi ad un anomalo stile di vita. Tanti i disagi e le inevitabili sfide del rientro post lockdown.
Il forzato isolamento, faticoso argine dell’irruenza giovanile è, per alcuni, divenuto nel tempo rifugio sicuro, punto di riferimento. Zona di confort dove porsi al riparo da scomodi vissuti di inadeguatezza, da fastidiosa ansia prestazionale e sociale. Dove il timore dell’insuccesso e della non riuscita sono stati esiliati e all’antica paura del morire si è progressivamente intrecciata la più recente paura del vivere e di ciò che questo comporta.
E così si tiene stretta l’illusoria sicurezza nella cosiddetta sindrome della Capanna.
per superare ansie e paure è necessario affrontare
Difficile e talvolta angosciante immergersi nuovamente nell’inarrestabile flusso di vita. Complesso mettersi in gioco nel riprendere impegni e responsabilità. Forte la tentazione dell’evitamento, soprattutto in assenza di senso dentro cui declinare la propria esistenza.
Eppure per superare ansie e paure è necessario affrontare: la scuola, l’ignoto e la vita, con l’imprevedibilità, l’insicurezza e lo stress che il fronteggiamento comporta.
Ed è qui che entriamo in gioco noi adulti e la scuola, dove il vero problema non è la posizione del banco ma suscitare la passione di abitarlo, per trovare ogni giorno criteri, significati e motivazioni di vita. Quella vita fatta di luci e di ombre, di gioie e ferite, di strappi e fatiche, di sconfitte e vittorie. Quella vita che sorprende ogni giorno, che l’uomo ha e non possiede, intessuta di commedie e tragedie: inedite storie che si compongono insieme nel divenire infinito del tempo.
Ed è proprio la scuola il principale luogo reale di incontro, palestra per stare con se stessi, con gli altri e nel mondo, crocevia di destinazioni credibili.
gestiamo il clima emotivo per ristabilire la calma
Tuttavia oggi nel banco di scuola potremo trovare ragazzi diversi, ansiosi e irrequieti, distanti e distratti, in stato di allerta per il passato e presente pericolo. Diamo spazio alle loro esperienze ascoltando i loro vissuti prima di trasferire nozioni e competenze.
Gestiamo il clima emotivo per ristabilire la calma e promuovere quell’autoregolazione e quella riflessività essenziali per proseguire il percorso di studio.
Conteniamo i nostri timori senza proiettare le nostre paure.
E come genitori, pur mantenendo la necessaria prudenza evitiamo l’iperprotezione, pericoloso ostacolo per la conquista dell’autonomia e per salutari tentativi di svincolo.
L’accaduto non porti regressione nel ciclo di vita ma crescita in resilienza, valorizzazione dell’interdipendenza, e un rinnovato desiderio di scoprire il proprio mistero e il mistero che racchiude la vita.
Questo il mio augurio per il nostro primo giorno di scuola. Di noi genitori, di noi docenti, dei nostri ragazzi.
Un buon inizio e buona avventura a tutti!