Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è vaccinato. L’ha fatto come un normalissimo ottantenne. Ha prenotato il vaccino, è arrivato allo Spallanzani di Roma, ha fatto la fila, si è accomodato in sala d’attesa e poi si è vaccinato.
La foto del Presidente in attesa della sua dose di vaccino ha fatto il giro della rete.
Non c’è una foto in posa con braccio e ago a favore di telecamera e fotografi. Niente di tutto ciò.
Solo un’immagine serena e rassicurante ma di una forza particolare perché in sè dice tanto.
Ha aspettato il suo turno senza saltare la fila o godere di particolari privilegi.
Ha rispettato, quindi, ciò che aveva detto nel discorso di fine anno: “Io mi vaccinerò prima possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili. Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri: familiari, amici, colleghi”.
“Con la parola alla gente non gli si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la grazia e sul piano umano ci vuole l’esempio”
Ha fatto il vaccino parlando così non solo ai suoi coetanei ma anche tutti coloro che ricoprono funzioni pubbliche sia istituzionali che amministrative.
Il vaccino anti covid, con un’immagine, diventa quindi l’emblema di un atto di civiltà che si radica nel quotidiano, che invoca al rispetto delle regole e ribadisce ancora una volta l’importanza della scienza e della ricerca che salvano la vita.
Don Milani diceva: “Con la parola alla gente non gli si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la grazia e sul piano umano ci vuole l’esempio” e il Presidente Mattarella sicuramente sa che in questa epoca di “falsi idoli” e “chiacchieroni da bar” abbiamo bisogno di esempi e di normalità che si incarnano nella sobrietà delle istituzioni e nella passione civile.
Per questo,
Grazie Presidente!