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Il sorriso di Davide Astori è una cosa che resta tra noi. A Firenze

Inaugurato il murale dedicato al campione Viola realizzato dall’artista Giulio Rosk e voluto dalla fondazione Cure2Children

Davide Astori della Fiorentina

Ma il pallone, alla fine, neanche c’entra più. Il sorriso di Davide Astori è una cosa che resta tra noi: donne, uomini, ragazze, ragazzi, cittadini di questa città. Il calcio è nel colore viola, nei compagni di squadra che lo hanno conosciuto, ma tenuto a distanza nei frammenti di quel mondo blindato fatto di soldi, convenzioni, immagine e avidità.

Oltre che miopia sentimentale: La Lega calcio che non concede la deroga per la fascia di capitano dedicata a Davide è l’ultima delle sviste ragionate di un mondo concentrato su come salvarsi dal default. Il resto conta poco. Per fortuna la Fiorentina penserà a inserire il ricordo del suo capitano sulla prossima maglia.

noi nel calcio cerchiamo solo emozioni. Belle, pessime, sognanti e sporcate nel fango

Tanto vale fare da soli, in effetti. Mai pretendere troppo dalla burocrazia. Funziona così. Ma la sensazione generale intorno a questo murales di Viale Canova è che quella immagine così empatica e al tempo stesso densa di serenità racconti di una Firenze che non vuole dimenticare.

Dimenticare quel maledetto giorno di marzo, i silenzi storditi, le parole che annegano nel vuoto. E i fumogeni viola in piazza Santa Croce, il calcio che precipita all’improvviso sulla terra degli uomini. Siamo tutti fottutamente fragili, la vita con le sue regole imprevedibili ci rende così. Via i lustrini, via le frasi fatte, le polemiche quotidiane, le caste di un mondo dove la divisione tra ricchi e poveri, tra protagonisti e comprimari sembra un valore sacro, intoccabile. Un mondo pieno di ipocrisie, una religione laica che tiene i suoi fedeli in riga, li convoca, li usa, a volte li sfrutta.

Eppure quel giorno in quella piazza le lacrime erano lacrime e basta. Non sarà mai possibile dimenticare. Anche perché noi nel calcio cerchiamo solo emozioni. Belle, pessime, sognanti e sporcate nel fango. E quel sorriso è sempre lì: semplice, puro. Davide era dei fiorentini. Capitano, dolce, vero. E anche deciso, quando c’era da combattere.

Davide era dei fiorentini. Capitano, dolce, vero. E anche deciso, quando c’era da combattere

Ma il tempo passa, l’applauso al minuto tredici resiste ma sono i tifosi a restare fuori dagli stadi perché la pandemia silenzia partite e sentimenti forti. In fondo quel murales è un po’ come ritrovare quel senso di appartenenza che una Fiorentina mediocre da allora in poi non ha saputo rigenerare nel nome del suo capitano. Beh, tutto questo fa parte del gioco. Un gioco difficile da portare avanti.

Per fortuna ci ha pensato Firenze, con quel murales che in fondo rimette insieme la gratitudine di chi ama lo sport per la sua capacità di spargere intorno emozioni e un grazie eterno a il suo capitano. Quel muro sarà lo specchio di una città in cerca di futuro. Come la sua squadra di calcio. E Davide Astori è il sorriso più sincero a cui attingere per trovare la forza di andare avanti. A testa alta, come sapeva fare lui.

Murales di Giulio Rosk dedicato a Davide Astori
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