La Toscana ha i colori degli occhi della sua gente. Marrone profondo, terra di siena, verde brillante e verde cupo. E poi tanto blù. E azzurro ghiaccio che sfuma in un brivido celeste. Oltre i timori e i dubbi di questa estate un po’ folle e impaurita. Oltre ogni curva dal sapore dolce e a ogni cambio di strada fatto di discese ripide e perfidi free climbing in verticale ci siamo noi, che assaggiamo questa terra da nord a sud, attraversando montagne, risalendo colline, guadando fiumi lungo un viaggio esistenziale che sembra un film, con le sue scenografie che mutano sotto il disegno di nuvole spinte dal vento.
Riscoprire questa terra è un premio dopo giorni di inquietudine e di attesa
Riscoprire questa terra è un premio dopo giorni di inquietudine e di attesa. E’ anche questa la ragione per cui, insieme a Simona, ho deciso di vivere le mie strade fino in fondo, di assaggiarne umori e di fissare con gratitudine gli occhi della mia gente. Abbiamo incontrato contadini testardi, uomini e donne che ci hanno raccontato sogni e scelte di vita. C’è Stefano, che a sessant’anni vibra come un adolescente spinto avanti da una incredibile energia. In mezzo a un bosco lui ha deciso di presidiare il luogo della sua infanzia tenendo alta la bandiera della sua storia. Ettari ed ettari che lui lavora ogni giorno in solitudine con gli stessi strumenti che usava suo nonno. Una vita segnata dalla variabile del cielo, dal sole che picchia o dall’inverno che verrà, la stagione del grigio, del bianco e delle giornate che passano in un lampo. In quei mesi lui spaccherà la legna dei suoi boschi. Intanto, però, c’è il grano,. E la vendemmia, gli ulivi da curare e gli animali da crescere. Piccole storie dell’alta Maremma, di Suvereto, il ricordo più vicino, l’armonia che merita una tela e una cornice semplice che le faccia da contorno. Come la Val D’Orcia, dove scopri, al confine con la Val Di Chiana, un borgo chiamato Castelmuzio. La Pieve, una terrazza che è un grandangolo puntato su un terzo di Toscana e le storie di quelli che il loro borgo lo difendono per amore, cercando idee che ridiano energia e vita. Ma dentro questi confini trovi veramente tutto ciò che hai cercato altrove. Certo, lo sappiamo, lo abbiamo vissuto e letto sui libri. Le vacanze da bambini. Magari i nonni e i loro racconti. Ma che fortuna tornare qui quando hai girato il mondo. Rimettere i piedi sui sentieri di sempre. Un po’ per forza, ma molto per fortuna. Quella di sentire il rumore dei castagni della Lunigiana che ondeggiano al vento. L’acqua gelata dei torrenti della Garfagnana, specchio immacolato per la natura selvaggia che gli corre accanto. Qui ti fermi e sospiri davanti alla visione di Isola Santa. Poi da Careggine allarghi le braccia grato alla vita quando ti trovi in faccia le Apuane: passaggio di popoli e di guerrieri. Storie incredibili, come quella di Gombitelli, isola linguistica quasi dimenticata, antico luogo di fabbricazione dei chiodi: dalle antiche battaglie alla grande guerra, quando con quelli costruivi le scarpe dei ragazzi che partivano per il fronte.
La nostra terra è un’enciclopedia della vita a cielo aperto
Non è facile diluire le parole in una traccia che spieghi il senso del tutto. Dalla Versilia alla bassa Maremma, dal Casentino al Monte Amiata. Onde, balle di fieno e leggende. L’arte, la musica e tanta bellezza. E i caratteri ispidi, generosi, sorridenti e introversi. La nostra terra è un’enciclopedia della vita a cielo aperto. Il nostro viaggio prova a indicare la strada. La gratitudine è la nostra regola, la curiosità la nostra benzina, E via andare il nome che abbiamo dato al nostro viaggio.