Per il lavoro, la gravidanza diventa un limite, un intoppo, una gestione burocratica. Una verità da condannare, certo, ma che ancora non abbiamo gli strumenti e la volontà di combattere. Ecco perché fa notizia quando un capo, un imprenditore (spesso uomo, fateci caso) assume una donna che dice di essere incinta.
Le donne incinta alla ricerca del lavoro si aspettano il “no”, lo considerano scontato, quasi quasi si prova anche a giustificarlo: accade soprattutto quando il livello di frustrazione supera la percezione della realtà. E quando questo “no” arriva per davvero, si incassa il colpo in silenzio. La notizia è nella eccezionalità di un “sì, nonostante tu sia incinta” ogni cento, mille di questi “no”. Mai il contrario.
Non importa se sei una semplice precaria o stai per diventare presidente della Repubblica, donna è una parola più di forma che di sostanza
Si potrebbe parlare di politiche del lavoro, di misure per la maternità e di tanto altro che resta bloccato tra i vuoti legislativi di qualche disegno di legge. Ma la realtà negli uffici e nelle aziende è che se è una donna è precaria, ha contratti in scadenza ed è pure incinta lo Stato non le viene incontro, non la rende meno precaria perché incinta. Ma è il contrario.
E’ il sottosopra della civile convivenza, un patto sociale che si è rotto quando si è diluita, fino a farla quasi scomparire, la tutela del lavoro. Non va assunta una donna incinta in quanto tale, ma perché è brava. Non va assunta una donna perché serve una quota rosa, ma perché è brava. Lo spettacolo avvilente del “E’ il momento di una donna presidente della Repubblica” ci ha indicato solo una verità: non importa se sei una semplice precaria o in odore di Quirinale, donna è una parola più di forma che di sostanza.
Quando farà più notizia “non assunta perché incinta” con tanto di condanna sociale al posto di una comprensione malcelata per il capo o la capa, per l’imprenditore o l’imprenditrice, forse, le cose torneranno al giusto posto. Ma per adesso, purtroppo, vale il contrario. Per adesso possiamo solo dire: bravo l’imprenditore e complimenti alla giovane lavoratrice.