OPINIONE/

Ascoltare, ispirarsi, camminare. Il coraggio del cambiamento parte da qui

Il tempo della parola, del soffermarsi sul pensiero, della connessione. Quello che vede i giovani finalmente protagonisti del “loro tempo”. Al Next Generation Fest si scrive una storia nuova

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Entrare in contatto. Chi prima, chi poi, tutte le istituzioni hanno provato, passando di generazione in generazione, a stabilire una linea di dialogo con i giovani. Non facile, certo. Sopratutto quando diventa difficile comprendere il tempo dei giovani, i sentimenti, i sogni, le idee, le necessità. Una connessione ricercata forse con i mezzi sbagliati, con il pensiero di chi non prova a calarsi nei contesti, a capirli. Quanta distanza c’è stata per anni tra chi ha avuto il compito di gestire le politiche per i giovani e le generazioni che di quelle stesse politiche sono state, per lungo tempo, spettatrici assenti e non vivaci protagoniste. Un abisso di lontananza, un vuoto difficile da colmare.

Eugenio Giani, governatore della Regione Toscana, ha provato ad accorciare quella distanza prima di tutto dando fiducia ad un ventenne, Bernard Dika, oggi suo portavoce ma da inizio mandato Consigliere per le politiche giovanili del presidente stesso. Ha scelto così di connettersi con una generazione, mettendo al centro di questo percorso sfidante, qualcuno che potesse ricreare quel filo rosso di dialogo, un impegno comune, partecipazione viva e vera.

I valori sono esili speranze a cui dare fertilizzanti miracolosi per non vederli agonizzare 

La stessa che ha portato migliaia di giovani in fila davanti alle porte del Teatro del Maggio di Firenze per la terza edizione del Next Generation Fest, in un sabato di ottobre nel quale l’obiettivo è quello di contaminarsi, ispirarsi e poi costruire il proprio cammino. Mica facile in tempi come questi, in un periodo storico nel quale i valori sono esili speranze a cui continuare a dare fertilizzanti miracolosi per non vederle agonizzare.

Tra i valori da riscoprire c’è quello della fiducia. Lo ha ricordato anche il presidente Giani chiedendo ai ragazzi e alle ragazze di provare a “sentire le istituzioni come amiche” ribadendo poi l’impegno a offrire ai giovani “la possibilità di affermarsi e guardare con speranza al futuro”. E poi il valore dell’ascolto, richiamato più volte e a più voci, dal ministro Abodi fino al podcaster Gianluca Gazzoli.

 

Al NGF si coltiva il pensiero, mosso dall’energia del palco che si somma alla sala

Nel tempo sospeso che scorre nella sala stracolma del teatro è come se si coltivasse il pensiero, mosso dall’energia del palco che si somma alla sala. Generazioni che si incontrano, esperienze, idee, la voglia di costruire un percorso insieme. E’ la spinta a migliorare la società in un percorso comune, passo dopo passo, parola dopo parola.

Le parole, quelle che scorrono in sala. Le esortazioni, l’esperienza che diventa consiglio. E’ il presidente del Formula Uno One Group Stefano Domenicali a esortare a non sbagliare, a cogliere le opportunità. La stessa comica Ginevra Fenyes invita i giovani “sbagliare sempre, i sogni si creano vivendo e sbagliando. In una produzione si nota solo l’oggetto difettoso. Siate l’oggetto difettoso, dalle crepe escono cose meravigliose”.

La diversità diventa valore, uscire dal mucchio segna la strada

Ed ecco che anche la diversità diventa valore, che uscire dal mucchio segna la strada, senza aver timore dei sassi, dei pregiudizi, dei freni. C’è da correre, saltare, cadere e rialzarsi per costruire la propria storia. Conoscerne altre – di storie – aiuta poi a comprendere al meglio la propria. La somma dell’individualità in fondo crea l’insieme, rende il cerchio perfetto, riempie e il vuoto. Le differenze di pensiero si sommano, la bellezza è quel senso comune di appartenenza ad una società che tutti vorrebbero rendere migliore.

Quel che cancella l’ostacolo al  cambiamento è il coraggio di partecipare

Quel che cancella l’ostacolo al cambiamento è il coraggio di partecipare, sintetizzato da Bernard Dika che riporta alla memoria il 35esimo anniversario della caduta del Muro di Berlino. “Ognuno di noi ha il potere di cambiare la storia e noi giovani siamo il cambiamento che il mondo sta aspettando. Proprio come i giovani berlinesi dell’89 dobbiamo uscire dalle nostre case, metaforicamente e fisicamente, e abbattere quei muri che ci dividono” perché “o ci salviamo tutti o non ci salva nessuno. La vera rivoluzione inizia dentro di noi, quando decidiamo di non restare in casa, di non restare in silenzio”.

E in migliaia, oggi, non sono rimasti a casa. In migliaia non hanno scelto il silenzio. Giovani che hanno scelto di essere protagonisti, di provare a cambiare le loro realtà, anche quelle più piccole. In fondo il cambiamento altro non è che la somma di micro-azioni, di esempi, di contaminazione, di ritrovate connessioni di ideali. Anche quelle tra politica e giovani, tra le generazioni, tra sogni e necessità.

Una connessione viva che sta colmando la distanza e sta generando un nuovo percorso di cammino coraggioso e orgoglioso, in un tempo che non è il domani ma è – finalmente – il presente.

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