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Olio extravergine di oliva, boom di richieste per ottenere la certificazione Toscano Igp

Come spiega il Consorzio di tutela, il prodotto pronto ad ottenere il bollino potrebbe raggiungere i 50 mila quintali, in crescita rispetto alle due annate precedenti. Nel 2025, un qr code integrerà “l’etichetta parlante”

Cresce la richiesta dei produttori di olio extravergine di oliva per la certificazione Toscano Igp. Una tendenza che risente di diversi, positivi, fattori: da una parte la costante crescita della domanda, dall’altra la positiva stagione olivicola nonostante le rese più basse delle previsioni. L’olio evo pronto ad ottenere il bollino potrebbe raggiungere i 50 mila quintali, in crescita rispetto alla difficile annata del 2023 quando i quintali effettivamente certificati erano stati 32 mila e dei 42 mila del 2022. I numeri sono stati resi noti dal Consorzio di tutela, che vigila sul disciplinare e si occupa della difesa, della promozione e della valorizzazione del prodotto e del marchio.

L’etichetta che parla grazie al qr code

“Il Toscano è un prodotto ad Indicazione Geografica di Origine ma ha, a tutti gli effetti, un disciplinare da Denominazione di Origine Protetta. Quindi regole e paletti molto rigidi e severi: tutto il processo produttivo che deve svolgersi all’interno della regione Toscana”, spiega il presidente del consorzio, Fabrizio Filippi.

Il Consorzio è stato anche tra i primi a mettere a disposizione dei consumatori l’etichetta parlante, presente sul collo di ogni bottiglia: “Uno strumento che mette in trasparenza il processo produttivo e che sarà integrato, nel 2025, anche da un QR Code integrativo con molte altre utili informazioni per l’utente. Vogliamo dare al consumatore nuovi, più moderni e veloci mezzi per conoscere l’autenticità di quel prodotto che sta acquistando senza alcuna possibilità di errore o dubbio”, aggiunge Filippi.

L’annata

La raccolta per il Toscano Igp si è chiusa, come da disciplinare, il 15 dicembre 2024.  Un’annata caratterizzata da una produzione importante di olive, “superiore alla media stagionale, che però non ha trovato riscontro in frantoio.” Le olive infatti non erano piene di olio, ma dell’acqua assorbita durante le copiose precipitazioni a ridosso e durante il periodo di raccolta.

I litri prodotti sono stati al di sotto delle attese anche di 3 punti e mezzo rispetto alle medie degli scorsi anni. “Dal 13%/14% siamo scesi intorno al 9%/10% quando a volte anche sotto”, spiega sempre il presidente Filippi che sottolinea: “Quelli che sono aumentati sono però i costi perché si basano sul peso delle olive sia nella fase della raccolta che in quella della frangitura. Il calo di produzione nell’area del Mediterraneo ha permesso al nostro Toscano Igp, proprio grazie ad una buona annata, di essere molto richiesto e come conseguenza ben remunerato andando in parte a compensare gli alti costi”.

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