130 litri di acqua al giorno, è quanto consuma un toscano. Tanto, certo, ma non troppo se si pensa che un lombardo arriva anche a 189 litri e la Val d’Aosta a 157. Fatto sta che nessuno, in Italia, scende sotto la soglia dei 100 litri. Nel dossier di Legambiente pubblicato nella Giornata mondiale dell’acqua istituita dall’Onu, la Toscana si presenta virtuosa in termini di consumo e anche di sprechi. Ovviamente è un dato relativo con ampissimi margini di miglioramento.
Un solo numero per far riflettere: si stima che un foro di 3 millimetri in un tubo può portare a perdere 340 litri d’acqua al giorno, cioè quasi quanto consuma una famiglia quotidianamente.
In Toscana lo spreco di acqua dovuto alle perdite idriche è pari al 33%, una percentuale che la pone nella parte medio alta della classifica, tra il 22% della Lombardia e il 62% del Lazio.
Il focus su Firenze: qui il consumo medio pro-capite tra i più bassi d’Italia
Legambiente analizza poi le città metropolitane italiane, concentrandosi in Toscana su Firenze. Qui la situazione diventa anche migliore rapportata ad altre realtà italiane. Se in cima alla classifica c’è Milano con il 14% di perdite alla rete idrica, Firenze resta una delle aree più virtuose con una percentuale pari a 30.
Analizzando meglio il gap tra acqua immessa nelle reti di distribuzione e acqua effettivamente erogata, si scopre una media del 26% nei capoluoghi del Nord, del 34% in quelli del Centro Italia fino al 46% nei capoluoghi del Mezzogiorno. Altra nota positiva è data dal trend degli ultimi 5 anni: Firenze è una delle che città che non ha mai superato il 30% delle perdite nella sua rete, insieme a Bologna, Milano e Torino
L’area metropolitana fiorentina ha anche un altro primato, nel tempo ha mantenuto il livello di consumo pro capite giornaliero tra i più bassi in Italia, di poco inferiore alla media regionale: 121 litri.
Guardando ai numeri nazionali, l’Italia si scopre però fanalino di coda nell’uso consapevole dell’acqua. Prima in Europa per prelievi di acqua a uso potabile (oltre 9 miliardi di metri cubi all’anno, 25 milioni di metri cubi pari a 419 litri per abitante al giorno), l’Italia è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto secondo l’OMS poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni.
Le nuova direttiva europea contro gli inquinanti
Quest’anno si registra un’importante novità normativa: l’entrata in vigore, il 12 gennaio scorso, della Direttiva Europea 2020/2184 sulle acque destinate al consumo umano che gli Stati membri dovranno recepire entro il 2023. La direttiva introduce limiti più stringenti per alcuni contaminanti, nuove sostanze da monitorare come i PFAS e una lista di controllo degli inquinanti da tenere sotto osservazione, tra cui le microplastiche. E’ prevista anche la promozione dell’acqua di rubinetto per limitare il consumo di quella imbottigliata, un primato anch’esso tutto italiano in Europa.
“Le città – sottolinea Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – hanno davanti una sfida in termini di consumi e sprechi legati a un maggiore numero di abitanti, ma serve anche che nuovi fondi vengano destinati al completamento della rete fognaria e agli impianti di depurazione nelle aree del Paese che ne sono carenti o addirittura sprovviste, per assicurare la salute della popolazione e la protezione dell’ambiente”.