Un viaggio visivo che stimola riflessioni su temi umanitari, su utopie sociali, su valori al di sopra delle leggi: è la mostra ‘Make art not war’ dello street artist Shepard Fairey in arte Obey. La rassegna è ospitata a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, dal 9 luglio al 20 ottobre, e ricrea nel museo un’ideale passeggiata nella notte metropolitana. In esposizione grandi opere e piccole serigrafie dello street artist che toccano temi di attualità come la donna, l’ambiente, la pace, e la cultura.
L’iniziativa che ha dato visibilità internazionale a Obey è stato il manifesto Hope che riproduce il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia, diventato l’icona della campagna elettorale che ha portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca. Il ritratto di Obey lanciò la prima campagna politica di Obama trasformando l’immagine del futuro presidente degli Stati Uniti in un’icona tra le più riconoscibili al mondo.
Il critico d’arte Peter Schjeldahl ha definito il poster “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”. Il manifesto apparve, sempre durante la campagna elettorale del 2008, con altre due scritte: “Change” e “Vote”. Il comitato elettorale di Obama non ufficializzò mai la collaborazione con Fairey, forse perché i manifesti venivano affissi illegalmente, come nella tradizione dell’arte urbana, ma il presidente, una volta eletto, inviò una lettera all’artista, resa poi pubblica, in cui lo ringraziava per l’apporto creativo alla sua campagna. La lettera si chiude con queste parole: “Ho il privilegio di essere parte della tua opera d’arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno”. Nel gennaio 2009, il ritratto “HOPE” è stato acquisito dalla National Gallery Portrait degli Stati Uniti per entrare a far parte della sua collezione permanente.
Figlio di un medico e di una agente immobiliare, Fairey cresce nella Carolina del Sud, compie studi artistici e nel 1988 si diploma presso l’Accademia d’Arte. Nel 1989, esattamente trent’anni fa, fa il suo esordio nel mondo artistico inventando e realizzando l’iniziativa Andre the Giant Has a Posse, disseminando sui muri della città alcuni adesivi che riproducono il volto del wrestler André the Giant.
Lo stesso Fairey ha poi spiegato che non vi era nessun significato nella scelta del soggetto, il senso della campagna era quello di produrre un fenomeno mediatico e di far riflettere i cittadini sul proprio rapporto con l’ambiente urbano.
Autore anche della riprogettazione della mascotte Mozilla dell’omonimo web navigator, Fairey appare nel documentario di Banksy sull’arte urbana “Exit Through the Gift Shop”. È stato socio fondatore, insieme a Dave Kinsey e Phillip DeWolff, dello studio di design BLK / Mrkt Inc. da 1997-2003, specializzato in guerrilla marketing producendo campagne marketing di grande impatto. Nel 2003 ha fondato il numero Studio One agenzia di design con la moglie Amanda Fairey, creando anche le immagini per le copertine degli album di artisti di prim’ordine, tra cui The Smashing Pumpkins, Led Zeppelin e Anthrax. Nel 2004, Fairey ha anche prodotto una serie di manifesti ”anti-guerra , anti- Bush” per una campagna di arte di strada chiamato ”Siate la rivoluzione“.
“Obey – ha spiegato Gianluca Marziani, curatore della mostra assieme a Stefano Antonelli – è l’epilogo grafico e concettuale della miglior arte urbana in circolazione. È il prototipo fluido del nuovo artista politico, perché ha capito che i temi scottanti si affrontano con simboli e intelligenza visiva, con l’impatto rapido di un messaggio in cui riconoscersi senza confondersi. In genere le opere d’arte usano la fotografia come traccia editoriale, nel caso di Obey ogni lavoro si completa con la fotografia rapida da smartphone, raggiungendo così lo stadio liquido del processo creativo, andando oltre il semplice documentare”.
OBEY. MAKE ART NOT WAR
Palazzo Medici Riccardi, Firenze
Dal 9 luglio al 20 ottobre 2019
Aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00.
Chiuso il mercoledì