I film italiani tornano in sala in Russia, grazie alla nuova edizione del festival Nice
Il cinema italiano riparte dalla Russia, con la nuova edizione del Nice Festival, manifestazione itinerante, ideata e diretta da Viviana Del Bianco per la promozione dei giovani registi di casa nostra nel mondo. Nice Russia 2021 si terrà nelle sale di Mosca, al Multiplex Oktyabr e Tretyakov Gallery, dal 7 all’11 aprile, e al cinema Pobeda di Novosibirsk, dal 13 al 31 aprile, mantenendo le dovute precauzioni anti-contagio, ma in presenza: un bel segnale di ripartenza, che lascia ben sperare anche per le prossime riaperture nel nostro paese, in relazione all’avanzamento della campagna vaccinale.
A Nice Russia 2021, focus sui registi toscani
Ad essere presentati saranno, come di consueto, opere prime e seconde di giovani registi italiani, tra lunghi, corti e documentari. Ci sarà una rosa di film di registi toscani, tra cui Glassboy, di Samuele Rossi (L’uomo che scriveva sull’acqua, Biografia di un amore), presentato con successo al Giffoni Film Festival e pluripremiato in alcuni festival internazionali. Il film racconta di Pino, un bambino fragile e malato, che sfiderà i suoi timori e le sue insicurezze grazie all’aiuto dei suoi giovani amici; Anja. Real love girl, di Paolo Martini e Pablo Benedetti (El Numero Nueve, Firenze sotto vetro), incentrato sulla storia di Andrej, un operaio che dopo aver perso il lavoro si imbatte in Anja, un’attrice di film soft porn, che viene rapita e che proprio lui cercherà di liberare, andando incontro ad un mondo nuovo quanto pericoloso; il documentario Looking for Negroni, del fiorentino Federico Micali (Genova Senza Risposte, Firenze Città Aperta, L’ultima zingarata, L’Universale), incentrato sulla genesi di uno dei più famosi cocktail al mondo, inventato a Firenze.
Dal film di Ginevra Elkann a quello di John Turturro, il Nice Festival è un racconto caleidoscopico dell’Italia di oggi
Il film d’apertura, il 7 aprile, sarà Magari – If Only, di Ginevra Elkann, giovane promessa del cinema italiano. Il film racconta di Alma, Jean e Sebastiano, figli di genitori divorziati, che vivono a Parigi nel mondo borghese e eccentrico della loro madre. Una volta arrivati a Roma per far visita al padre Carlo, Alma sogna che un giorno la sua famiglia torni di nuovo ad essere unita. “Il mio film – ha dichiarato Ginevra Elkann nel corso della conferenza stampa di presentazione del festival – affronta un tema universale, quello dell’infanzia, che determina gli adulti che saremo. Sono contenta di poter presentare il mio film in Russia e ringrazio per questo il festival Nice – ha proseguito –. Nel film c’è anche la tematica della religione Ortodossa, che è un tassello della mia storia personale e della mia vita”. In me c’è infatti un immaginario che si è formato andando alla chiesa Ortodossa, arrivando ad impregnare anche il mio linguaggio”.
In programma anche l’opera prima dell’attrice Ludovica Andò, realizzata insieme al regista Emiliano Aiello, Fortress, racconto di tre soldati che giungono in un presidio militare solitario e, attendendo un nemico che non verrà, sono combattuti tra la necessità di dare un senso alla loro permanenza e il resistere al potere che questo luogo ha su di loro. Easy Living, di Orso e Peter Miyakawa, racconta invece le vite di un quattordicenne, un’universitaria e un maestro di tennis, che vengono sconvolte dall’incontro con un migrante clandestino: insieme penseranno a come aiutarlo a superare il confine andando incontro a una serie di peripezie. In her shoes, di Maria Iovine, è un film che pone l’accento sulla condizione femminile: grazie ad un gioco di identità allo specchio, il film prova ad immaginare un mondo ribaltato, in cui le donne ricoprono ruoli di potere e gli uomini si occupano della famiglia. Non sono io, di Valerio Cataldi (presidente dell’Associazione Carta di Roma e inviato speciale del TG2) è invece in omaggio ai lavoratori di origine straniera impegnati nel nostro Paese nell’emergenza Covid19, che da “invasori” delle nostre città, oggi vengono considerati degli eroi, riconquistando quel diritto di cittadinanza, al di là di ogni chiusura e discriminazione. Da segnalare inoltre il film musicale Passione, di John Turturro, viaggio nelle melodie napoletane e nella città partenopea, scrigno di canzoni e cantanti, musicisti e poeti, personaggi reali e leggendari; e Ammore e Malavita – Love and Bullets, dei Manetti Bros, che vede ancora Napoli come sfondo di una storia insolita, tra musica, azione, amore e pallottole.
“La selezione di quest’anno – ha affermato Viviana Del Bianco, direttrice artistica del festival – offre un racconto caleidoscopico dell’Italia a partire dal punto di vista dei giovani registi emergenti. Siamo inoltre particolarmente orgogliosi delle sezioni dedicate ai film sui diritti di genere e sui diritti sociali, in collaborazione con CinematograFica e Cospe Onlus, in quanto rappresentano valori per i quali da sempre il N.I.C.E. si batte e lavora, in campo culturale”.