Nuova casa per il Museo Civico della Paglia di Signa. L’ex caserma dei carabinieri e, ancor prima, Casa del Popolo in viale Mazzini oggi ospita cappelli, trecce di paglia, borse, dipinti, attrezzature e macchinari. Uno spazio museale dove si svolgono pure eventi legati alla moda e alla cultura.
Il Museo della Paglia, con già 20 anni di storia alle spalle, con i nuovi locali potrà dare un taglio più contemporaneo all’esposizione. Le sale al pianoterra sono destinate alle mostre temporanee mentre i pezzi della collezione saranno esposti a rotazione. Un modo per apprezzare e conoscere gli oltre 5 mila pezzi custoditi dal museo.
Tre livelli, sette sale espositive
Un edificio su tre livelli: seminterrato, piano terra e primo piano con sette sale espositive. Un percorso completo per conoscere le varie fasi della lavorazione della paglia, apprezzando l’opera di conservazione e valorizzazione dei prodotti artigiani. Nelle vetrine del polo museale ecco quindi i tradizionali cappelli di paglia, accanto a trecce di paglia, borse, dipinti, attrezzature e macchinari.
Al piano seminterrato, già operativo, una sala per mostre temporanee, un’aula didattica per laboratori, la sede dell’associazione Museo della Paglia e dell’Intreccio e l’Antiquarium con reperti etruschi, romani e qualche pezzo di epoca medievale.
Foto, video e cappelli in esposizione
All’ingresso del museo una grande scultura in terracotta di Bruno Catarzi sotto un tetto di cappelli appesi al soffitto. Al piano terra, subito dopo il bookshop, un accogliente ambiente con tanto di pouf ospita la proiezione di filmati, fotografie, interviste sulla storia del Museo.
Nelle altre due sale trovano spazio esposizioni temporanee di cappelli, borse e indumenti in paglia. Al piano superiore tre sale dedicate all’esposizione permanente di vari macchinari. In particolare è esposta una “aguagliatrice”, attrezzo che grazie al movimento verticale degli aghi conferisce compattezza al materasso di fibre.
Una parete per i selfie con cappello
Lungo il percorso espositivo dipinti, candelabri, cappelli sia nelle teche che appesi alle pareti, manichini per l’esposizione di abiti e vasi in vetro contenenti sementi varie da utilizzare per esperienze didattiche. Non manca una parete dedicata ai selfie per scattare foto ricordo indossando cappelli di paglia in dotazione del Museo.
“Abbiamo circa 50-60 cappelli al piano terreno provenienti in parte dall’attuale Museo e in maggioranza da prestiti di aziende che collaborano con noi. In più, borse e una forma per cappelli in alluminio realizzata appositamente per il nuovo Museo da una ditta San Piero a Ponti – dichiara Angelita Benelli, presidente dell’associazione Museo della Paglia e dell’Intreccio Domenico Michelacci – Voglio ringraziare aziende, donatori, appassionati, storici che hanno collaborato con l’associazione nei tanti anni di attività e che hanno sempre creduto nel progetto del Museo della Paglia. Possiamo parlare di un progetto collettivo, plurale, costruito dalla collettività che crede nella conservazione della storia”.
Visite guidate e per le scuole
Annunciate collaborazioni con gli istituti scolastici della Piana e dell’area fiorentina per incentivare le visite degli studenti. Il Museo resterà aperto sei giorni alla settimana e, grazie alla collaborazione dell’associazione, si presterà a visite guidate per gruppi anche la domenica.
Il recupero dell’ex caserma
Per l’amministrazione comunale il recupero dell’ex caserma a Signa è l’occasione per un intervento di riqualificazione architettonica e ambientale. “Siamo davanti a un recupero edilizio davvero importante nel centro storico della nostra città e il nuovo centro cittadino ruoterà proprio intorno a questo spazio” afferma il sindaco Giampiero Fossi. Il primo cittadino per il Museo della Paglia immagina un modello moderno che “si presti alle visite ma anche ad eventi legati alla moda e alla cultura”. “Grazie al Museo e alla risistemazione del centro di Signa che abbiamo in cantiere doneremo nuova linfa a tutto il tessuto sociale e commerciale del nostro territorio” conclude il sindaco.
Una tradizione risalente al Rinascimento
La lavorazione della paglia in Toscana risale al Rinascimento. La tradizione del cappello e degli accessori in paglia si sviluppa a Signa dove era diffusa la coltivazione del grano marzuolo. I fili lunghi della paglia erano utilizzati dalle “trecciaiole”: così erano dette le donne addette alla lavorazione. Erano loro a raccogliere l’erba che facevano essiccare e poi “ramagliavano” a mano. Così ottenevano trecce a 13 fili, a 11 o a 7 e realizzavano i cappelli. L’attività si è sviluppata a livello protoindustriale a Signa nel 1700.
L’associazione Museo della Paglia e dell’Intreccio D. Michelacci viene fondata nel 1995, con l’obiettivo di recuperare la memoria storica dell’arte della paglia a cominciare dal celebre cappello di paglia di Firenze. Nel 1997 con l’inaugurazione del primo museo nella sede di via Alberti, 11 a Signa, l’associazione decide di donare le collezioni al Comune di Signa.