La cantautrice italiana Marta Del Grandi sarà in concerto domenica 19 maggio 2024, alle ore 18, presso i vasconi di San Casciano dei Bagni (Siena), dove presenterà il suo ultimo album “Selva” che arriva dopo il fiammeggiante debutto con “Until We Fossilize”.
Artista cosmopolita: ha viaggiato moltissimo dalla Cina, al Nepal, da New York al Belgio dove ha studiato musica jazz. Le sue fonti di ispirazione sono artiste quali: Emiliana Torrini, St Vincent e My Brightest Diamond.
Ha uno stile eclettico e al tempo stesso personalissimo e originale che negli ultimi anni si è concentrato sullo studio della voce come vero e proprio strumento musicale.
Il live fa parte della prima edizione di “Suoni dal labirinto” la rassegna promossa dall’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese, Lars Rock Fest e GEC (Gruppo Effetti Collaterali) nata per avvicinare fasce giovani della popolazione alle espressioni artistiche e i linguaggi contemporanei e al tempo stesso valorizzare il patrimonio storico-artistico locale, come i siti archeologici presenti nel territorio, attraverso esibizioni musicali acustiche dal vivo e gratuite.
Il Lars Rock Fest proseguirà le sua attività con un’anteprima: il concerto degli scozzesi Arab Strap che giovedì 20 giugno che si esibiranno presso la Rocca Medievale di Castiglione del Lago. Il festival si terrà dal 5 al 7 luglio ai Giardini pubblici di Chiusi Scalo con tre giorni di musica a ingresso gratuito con il meglio della scena indipendente americana. In concerto: Crocodile, Gilla Band, DITZ e Fantastic Negrito.
Ecco la nostra intervista a Marta Del Grandi
Marta qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
Il mio primo ricordo musicale è legato al canto. Quando ero piccola facevo molto spesso lunghi viaggi in macchina con i miei genitori e mia sorella in cui cantavamo insieme. Da lì ho iniziato ad armonizzare seconde voci con mia sorella. Quello è stato il mio primo approccio al fare attivamente musica. Mio padre aveva delle cassette anni ’70, Beach Boys, Talking Heads, ma anche Lucio Battisti. Poi ho iniziato anche io a comprare cassette anni ’90: girlband o boyband. Questo è il mio background.
Femminismo per me è la necessità di voler continuare a riaffermare l’importanza dell’uguaglianza di genere
Il tuo disco si intitola “Selva”, questa parola mi ha ricordato la “selva oscura” di Dante Alighieri, ma in realtà ho scoperto che si ispira alla poesia di D’Annunzio, “La pioggia nel pineto”…una delle mie poesia preferite nonostante trovi D’Annunzio un personaggio abbastanza insopportabile
È vero è un personaggio abbastanza controverso, è sempre stato abbastanza deplorevole, però le sue opere letterarie sono veramente dei capolavori secondo me, “Il piacere” è un libro bellissimo. A quella poesia sono particolarmente legata, ho dei bellissimi ricordi di quando l’ho studiata. Mi piace la metamorfosi che lui racconta nella poesia. C’è un legame evocativo anche con Dante e la Divina Commedia ma è meno diretto. Nel disco ci sono dei legami di tipo linguistico alla botanica, per me è un’ispirazione.
Due canzoni di “Selva” sono ispirate all’epopea di Gilgamesh, cosa ti affascina di questo personaggio mitologico?
Sono molto legata a Gilgamesh, è un libro che mi ha regalato mia nonna quando ancora ero appena adolescente, avrò avuto 13-14 anni. Ai tempi non l’ho assolutamente capito anche perché a livello di lettura non è proprio semplicissimo. Poi qualche anno fa mi sono riavvicinata a quella storia grazie a una collaborazione con l’artista visiva Cecilia Valagussa. Abbiamo un progetto insieme che va avanti da ormai otto anni e che si chiama Fossick Project in cui facciamo delle produzioni audio-visive. Abbiamo lavorato su una rielaborazione del mito di Gilgamesh in una chiave particolare. Cecilia ha immaginato che Gilgamesh fosse una donna, una regina. Ci siamo immaginate che la storia non sarebbe cambiata poi tanto. Questa storia mi piace molto perché mette in evidenza i limiti della natura umana, mi piace il fatto che nel suo lungo viaggio lui scopre come domare se stesso, questa è una cosa molto interessante. Penso che sia un mito che dovrebbe essere insegnato a scuola perchè è molto attuale e universale.
Poco dopo l’uscita del tuo disco “Selva”, hai accompagnato anche i Casino Royale nel loro tour, quindi quest’anno si sono sovrapposte queste due esperienze, come sei riuscita a gestire tutto?
In realtà ho fatto qualche data con loro a dicembre, adesso ne farò un’altra a Bologna, ma purtroppo non ho potuto partecipare a tutte le date del tour perché appunto sono in giro con “Selva”. Sono stata molto felice di questa collaborazione, sono molto legata a loro come persone e ho scoperto il loro mondo musicale e poetico che è stata una grande ispirazione per me.
Sei un’artista che non ha “paura” a dichiarare di essere femminista, è una cosa che apprezzo molto perché sembra quasi che questa parola sia guardata ancora con sospetto. Cosa significa per te essere femminista?
Come sottintendeva la tua considerazione purtroppo viene strumentalizzato molto e frainteso. Per me semplicemente è la necessità di voler continuare a riaffermare l’importanza dell’uguaglianza di genere perché il fatto che siano stati fatti dei progressi rispetto all’epoca delle nostre nonne non vuol dire che siamo arrivati alla parità totale. Nonostante possa essere considerato un discorso che a tanti può avere annoiato, stancato, non siamo ancora arrivati alla meta, per niente.