Nasce in Toscana il primo progetto di filiera corta di riciclo dei vasi di plastica. Si chiama “Da vaso a vaso”, infatti, l’iniziativa che prenderà il via a settembre 2024 e che prevede il riciclo di contenitori utilizzati nei vivai del Distretto di Pistoia che coinvolgerà i vivaisti dell’Associazione vivaisti italiani (soggetto referente del Distretto), Revet per il ritiro e la rigenerazione della plastica, stampatori di vasi e commercianti specializzati (agrarie) del territorio pistoiese.
La presentazione del progetto
La notizia è arrivata nel corso dell’ultima assemblea di Avi (Associazione vivaisti italiani), venerdì 21 giugno presso il Pantheon del Parco Puccini-Bonacchi di Pistoia. Tra i presenti il presidente Alessandro Michelucci e l’amministratore delegato di Revet Alessia Scappini, il presidente del Distretto Francesco Ferrini e rappresentanti istituzionali del territorio e del settore agricolo: dal sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra all’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi, dal sindaco Alessandro Tomasi all’assessore al vivaismo e alle politiche ambientali Gabriele Sgueglia.
L’accordo
Come spiegato durante la conferenza, grazie a un accordo di filiera siglato ai primi di giugno, a partire da settembre 2024 Revet, la società di Pontedera a capitale prevalente pubblico che gestisce e valorizza tutte le raccolte differenziate degli imballaggi della Toscana, inizierà a raccogliere i vasi (e i tubi di irrigazione) scartati dai vivai pistoiesi: o direttamente nelle grandi aziende vivaistiche o nell’apposito centro di stoccaggio costituito presso Agribios per il conferimento dei piccoli vivaisti.
Negli impianti di Revet tali scarti di plastica verranno prima bonificati e poi trattati insieme alle plastiche provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi dei cittadini toscani per arrivare a produrre quel granulo poliolefinico che costituisce la materia prima riciclata già adesso utilizzata per la produzione di vasi riciclati.
Alcune grandi aziende di stampaggio di vasi di Pistoia e dintorni, firmatarie dell’accordo di filiera, acquisteranno tale granulo per produrre vasi certificati che saranno poi acquistati e commercializzati da alcune importanti agrarie (anch’esse firmatarie dell’accordo) dove i vivaisti normalmente si riforniscono per l’acquisto di vasi e di tutto ciò di cui hanno bisogno.
I vantaggi del protocollo
“È la prima filiera corta di riciclo dei vasi di plastica in Europa – ha dichiarato il presidente di Avi Michelucci dopo l’assemblea – perché le aziende coinvolte si trovano tutte in un raggio di pochissimi chilometri. Questo significa una drastica riduzione del consumo di energia e minore impatto ambientale. E i vasi saranno certificati, con conseguenti vantaggi d’immagine e commerciali per i nostri vivai”. Ma Michelucci si è soffermato anche sull’immediato vantaggio economico di questo progetto di filiera per i vivaisti di AVI, che “vedranno quasi azzerati i costi di smaltimento della plastica”, dal momento che i vasi rappresentano una gran parte della plastica utilizzata nei vivai (la quasi totalità in assenza di serre) e il conferimento degli scarti di vasi (e tubi di irrigazione, che però incidono poco come quantità) a Revet sarà gratuito, a parte i costi di trasporto e della logistica.
Sostenibilità e territorio
L’accordo di filiera porterà benefici non solo ai vivaisti, ma a tutti i soggetti coinvolti, oltre che in generale all’eco-sostenibilità del territorio pistoiese e toscano. “Per noi di Revet – ha spiegato l’ad di Revet Scappini – l’accordo comporterà un po’ di aumento della quantità di plastiche trattate e di granulo venduto, oltre al vantaggio d’immagine di contribuire a una Regione che ha costruito questa filiera unica dal punto di vista della circolarità. Mentre gli stampatori potranno contare sull’affidabilità del prodotto ricevuto da noi e avranno la certezza di un mercato locale di acquirenti dei vasi così prodotti“. Lo stesso vale per le agrarie, che avranno la garanzia di essere “le uniche a poter vendere ai vivaisti pistoiesi questi vasi certificati“. Insomma per Scappini “è un accordo di filiera in cui tutti hanno benefici, purché ciascuno faccia la propria parte mantenendo gli impegni presi. Anche perché gli obiettivi di sostenibilità oggi riguardano tutti i tipi di aziende“.