Cosa sarebbe successo se il conte Negroni, ideatore del celebre cocktail, avesse ordinato il suo drink preferito alle terme di Montecatini anziché a Firenze? La risposta sta in un caratteristico bar ai piedi della funicolare per Montecatini Alto, dove la barlady Francesca interpreta e mixa i sapori come farebbe un maestro profumiere. Noi l’abbiamo incontrata in occasione dell’OpenWeek della Valdinievole, una manifestazione che è un invito a esplorare un territorio fiabesco e ricco di perle inaspettate, proprio come il cocktail bar Funi1898.
Nato dall’estro di Francesca e del suo team, l’originale “Il Conte Camillo alle terme” è un omaggio al classico Negroni, che quest’anno compie 100 anni e che sarà festeggiato proprio nella sua Firenze a maggio, alla Florence Cocktail Week. La ricetta di Funi1898 prevede ingredienti che sono strettamente legati a Montecatini: all’immancabile bitter Campari e al gin tutto fiorentino Peter in Florence, si uniscono infatti i sapori della tradizionale cialda montecatinese, fatta macerare nel vermouth, e del noto Amaro delle Terme, che, vaporizzato, porta al cocktail quella sapidità che rimanda alle famose acque benefiche.
«L’obiettivo di questo, come di tutti gli altri nostri cocktail» – ci dice Francesca – «è quello di far portare a casa un’esperienza. Noi proponiamo un vero e proprio viaggio, che inizia appena il cliente varca la porta del locale. Si tratta di un viaggio che mira a scoprire tanti prodotti locali, con una buona dose di “campanilismo”, ma di quello sano, identitario»
Il locale di cui Francesca Gentile è bar-manager, nato nel giugno del 2016, si propone infatti come un’oasi in cui i clienti possono rifugiarsi, lasciando fuori quello che hanno dentro, proprio come accade in un viaggio. Francesca, che per anni ha fatto la fotoreporter, ci tiene a precisare che viaggiare non è solo spostarsi da un punto all’altro, ma che si può andare lontani anche sedendosi semplicemente a un bancone di un bar. Come la madeleine di Proust, i suoi drink fanno partire per viaggi che sono spesso metaforici, proprio come è accaduto a un cliente che ricorda molto bene. «Era un ragazzo americano» – ci racconta – «e dopo il primo sorso del nostro Hot Corn ha iniziato a piangere. Gli avevamo ricordato la sua infanzia e le serate al cinema con i suoi. Lì ho capito che ci ero riuscita, che avevo trasmesso quello che volevo».
sfoglia la galleryPer Francesca la miscelazione è un’arte, una tela bianca sulla quale sa di poter esprimere tutta se stessa. Dopo tante esperienze all’estero, sente di poter dire che la Toscana è una zona che ha tutto, fatta di odori e sapori contrastanti. Per le strade di Firenze ha ritrovato odori che aveva avvertito a New York, mentre nelle campagne senesi, paradossalmente, ha annusato gli stessi profumi che ha sentito in Africa. È da queste esperienze che prendono vita i suoi cocktail, drink che fanno riscoprire l’essenza delle piccole cose e che anche coloro che sono soliti vedere il bicchiere mezzo vuoto non potranno che apprezzare.