“Contro le mutilazioni genitali femminili la Toscana è pronta a mettere in campo ulteriori strumenti di prevenzione ed assistenza e rafforzare un impegno oramai quasi ventennale attivo fin dal 2006” lo sottolinea l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, in occasione della giornata mondiale del 6 febbraio. “Purtroppo – si sofferma – questa forma di violenza colpisce ancora oggi numerose donne e bambine nel mondo mettendo a rischio la loro salute fisica e mentale”.
Per l’organizzazione mondiale della sanità sono 200 milioni le donne che hanno subito mutilazioni genitali, con tre milioni di ragazze che ogni anno rischiano di subirle. Una pratica più diffusa in alcuni paesi – come Egitto, Yemen e Nigeria – con una forte intensificazione in Italia dei programmi di prevenzione e formazione di operatori e professionisti a seguito del grande afflusso nel 2011 di rifugiati dall’Africa.
In Toscana sono stati attivati protocolli di intervento per la prevenzione e la presa in cura o per il collegamento con la rete anti-violenza: per chi volesse sottrarsi alla pratica imposta. Inoltre esiste una procedura specifica per la sorveglianza e per la negoziazione di alternative.
Novità per la presa in carico e la cura arriveranno con il riordino della rete clinica e l’individuazione del centro di terzo livello presso l’Azienda ospedaliero universitaria pisana. In ogni Asl ci saranno consultori dedicati, con personale e procedure specifiche, anche per la segnalazione dei casi ai servizi sociali e alla procura a seconda delle competenze.
Il primo accesso potrà avvenire anche attraverso un qualsiasi consultorio. Novità importante sarà il coinvolgimento e l’aggiornamento dei medici di medicina generale e della pediatria di famiglia. È allo studio anche un percorso terapeutico specifico per l’integrazione dei servizi della rete e l’interazione dei professionisti.