In arrivo un museo per i bronzi di San Casciano dei Bagni. Il tesoro archeologico, emerso dopo 2300 anni dal fango e dall’acqua bollente e composto da oltre 24 statue in bronzo, cinque delle quali alte quasi un metro, che adesso sono esposti in mostra al Quirinale, avrà così un suo museo in cui essere ammirato.
Il museo nel Palazzo dell’Arcipetrura
Sarà costituito nel Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei Bagni, acquistato dallo Stato per destinarlo a sede del museo che ospiterà sia i bronzi che gli altri reperti provenienti dallo scavo del Bagno Grande e dalle ricognizioni archeologiche del territorio.
“Non io, ma gli esperti dicono che questi reperti sono il più importante ritrovamento dopo i bronzi di Riace“ ed è quindi giusto che “San Casciano possa avere un museo importante che diventi polo attrattivo per il turismo in quest’area che è molto bella” ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ieri ha assistito alla firma del rogito con cardinale Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza. L’immobile cinquecentesco, esempio dell’architettura rinascimentale toscana, conosciuto come Palazzo dell’Arcipretura, era stato realizzato dalla famiglia Parracciani nel 1580 per destinarlo alla residenza dei sacerdoti di San Casciano. Il palazzo diventerà il luogo di conservazione ed esposizione dei reperti provenienti dal complesso santuariale legato alle acque termali.
“Un grazie al Ministero della cultura che ha acquistato il palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei Bagni che diventerà museo per ospitare tutti i reperti, le seimila monete e i famosi bronzi rinvenuti nelle campagne scavi tra il 2020 e il 2022 nel sito del Bagno Grande. Un museo importante per il territorio e per la Toscana intera e che la Regione è disponibile a sostenere dalla nascita al suo completo sviluppo – ha commentato il presidente della Toscana Eugenio Giani – con la nascita del museo si è certi che questi straordinari ritrovamenti potranno rimanere sul nostro territorio, esposti in un luogo dedicato quindi nel modo migliore, sostenendo la valorizzazione della Toscana diffusa”.
Un’area archeologica e un hub internazionale di ricerca
Sangiuliano ha posto l’accento sulla particolarità di questi reperti, e del luogo in cui sono stati ritrovati, che segnano “l’età della transizione tra il mondo etrusco e il mondo romano, due lingue che si contrappongono e l’incontro tra queste due civiltà”. L’acquisto dell’immobile, a 660mila euro, sarà quindi solo l’inizio della valorizzazione del ritrovamento. “Metteremo ulteriori risorse affinché San Casciano possa avere un museo importante” ha promesso il ministro che ha ringraziato, tra gli altri, l’archeologo ed etruscologo Jacopo Tabolli, docente dell’Università per Stranieri di Siena che dal 2019 guida il progetto degli scavi. “Il merito è tutto suo, del nostro Indiana ha scherzato Sangiuliano.
“Non possiamo che rallegrarci di questo passaggio di un bene che diventerà di fruizione pubblica che porterà ad una valorizzazione del territorio e un’attrazione per tutti quelli che vorranno conoscere la bellezza di questi reperti che dopo tantissimi anni sono venuti alla luce” ha aggiunto il vescovo di Montepulciano.
L’accordo triennale per la valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico di San Casciano dei Bagni, che ha previsto ricerche e scavi nell’area delle acque termali del Bagno Grande da cui sono emersi gli straordinari bronzi, contempla anche la costituzione di un’area archeologica e, oltre al museo, di un hub internazionale di ricerca.