Dopo giorni di discussione e polemiche, la stretta sulle discoteche è arrivata – non a sorpresa – in una calda domenica d’agosto. Gli ultimi dati, ancora piuttosto rassicuranti e fortunatamente lontanti dalle cifre che scandivano i giorni del lockdown, stavano raccontando una storia diversa rispetto al recente passato. Perché l’età media delle persone contagiate si è abbassata parecchio rientrando in quella forbice inedita che varia dai 30 ai 40 anni. E così l’attenzione si è tutta concentrata sulla movida e sui viaggi all’estero. Che siano per motivi di vacanze o di lavoro, alla fine, poco importa.
Il decreto che nasce per “dare un segnale al Paese”
Già nella mattina che segue il ferragosto era stata annunciata per le 16 del giorno stesso la riunione del coordinamento tra Governo e Regioni dedicato appunto alle discoteche e ai luoghi da ballo. E così è stato. La decisione è stata presa in fretta e annunciata con altrettanta solerzia dal ministro Roberto Speranza: sospensione delle attività del ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico; obbligo di mascherina anche all’aperto dalle 18 alle 6 nei luoghi dove esiste il rischio d’assembramento. “Avanti con prudenza”, ha commentato lo stesso ministro su Twitter. “Diamo un segnale al Paese che bisogna tenere alta l’attenzione”, ha aggiunto poi.
Chiudono le discoteche? No, si vietano “solo” le danze
Il testo ha cominciato a circolare in men che non si dica, ma poco dopo c’è stata una parziale marcia indietro che ha portato alla correzione della bozza dell’ordinanza. Mentre nella versione originale si prevedeva la sospensione di tutte “le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati”, nel testo definitivo lo stop riguarda solo “l’attività del ballo”. Che cosa significa? È presto detto: le discoteche (e i locali in generale) non potranno organizzare serate musicale in cui si balla (neppure all’aperto) ma nel rispetto di tutte le misure anti-Covid potranno continuare a svolgere attività di bar e ristorazione. Dal provvedimento non sono coinvolte solo le discoteche, ma anche tutte quelle attività che si svolgono “in lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive o in altri luoghi aperti al pubblico”. Tradotto: stop alle danze, in qualsiasi luogo.
Mascherine anche all’aperto (e le Regioni si adeguano)
L’obbligo dell’uso delle mascherina non riguarda solo i luoghi della movida, ma tutti quegli spazi in cui si rischiano assembramenti
Se l’intenzione di Speranza (e del Governo) era quello di dare un segnale, la decisione di rendere obbligatorie le mascherine anche all’aperto, dalle 18 alle 6, va proprio in quella direzione. L’obbligo, infatti, non riguarda solo i luoghi della movida, ma tutti quegli spazi a rischio assembramenti. Come i lungomari, ad esempio. Ma la stessa regole vale per piazze, vie e viuzze che non consentono di mantenere la distanziamento sociale.
L’ordinanza che prevede entrambi i provvedimenti (chiusura delle sale da ballo e mascherine obbligatorie anche all’aperto) entra in vigore da oggi (17 agosto) fino al 7 settembre compreso. Le Regioni non avranno l’autonomia di decidere se allentare le nuove misure. Anzi, l’unica azione che potranno compiere va esattamente in direzione contraria: non possono sottrarsi a quando prevede il nuovo decreto, ma al tempo stesso – se sarà necessario – potranno introdurre misure ancor più restrittive.
Una perdita da 4 miliardi di euro
Non l’ha presa bene il Sindacato italiano dei locali da ballo (Silb), che si riunirà per decidere un eventuale ricorso al Tar per chiedere il ripristino delle modalità di apertura dei locali. La stagione era già nata sotto una cattiva stella. Del resto era difficile prevedere cosa sarebbe accaduto dopo il lockdown, in piena emergenza sanitaria. Il rischio, secondo il Silb, è di perdere un fatturato che vale ben 4 miliardi di euro l’anno. Dalla ripresa delle attività, solo il 10% dei circa 3500 locali da ballo italiani ha potuto riaprire. “Fino ad oggi milioni di ragazzi si sono incontrati nelle discoteche e non è accaduto nulla, non abbiamo nessuna informazione su focolai causati dal ballo” fa sapere il Sindacato.
Il cluster della discoteca di Pietrasanta
In Toscana, però, ancora si continua a fare i conti con il caso Seven Apple di Marina di Pietrasanta. La notte tra l’8 e il 9 agosto, nel locale, c’era una ragazza di Pisa appena rientrata da una vacanza all’estero e poi risultata positiva al Covid-19. Dopo la segnalazione e il conseguente appello delle Asl, sono state più di 700 le richieste per la prenotazioni del tampone da parte di coloro che quella sera erano in discoteca. Test che sono stati effettuati nel fine settimana appena trascorso a Lucca e Pisa. Due casi di positività erano già stati registrati venerdì scorso, prima dell’ondata massiva di test che solo nei prossimi giorni permetterà di restituire una fotografia dell’impatto del virus sugli avventori del locale.
A Cecina si chiude in anticipo
“Non ci sono le condizioni per proseguire, anche se tutti i controlli hanno confermato la nostra regolarità
Del resto la gestire in sicurezza una discoteca durante l’emergenza sanitaria è una cosa complessa. Infatti in Toscana c’è chi ha deciso di anticipare il nuovo decreto compiendo una scelta drastica: chiudere i battenti. È andata così per la discoteca Tinì SoundGarden di Cecina (Livorno). Aperta il 25 luglio, ha deciso di chiudere a Ferragosto. “Abbiamo scelto a prescindere dalle decisioni governative” ha detto la titolare Cinzia Guidi. “Le linee guida per le riaperture delle discoteche sembravano garantire l’attività in tutta sicurezza. Purtroppo la loro applicazione si è rivelata complicatissima. Non ci sono le condizioni per proseguire l’attività, anche se tutti i controlli hanno confermato la nostra totale regolarità”.
Toscana, registrazione obbligatoria e tampone per chi rientra dall’estero
La questione delle sale da ballo e delle discoteche non è certo l’unica ad essere messa sul banco degli imputati. Perché nell’analisi dell’andamento dei contagi, ciò che pare mettere a rischio il gran lavoro fatto fin qui sono anche i contagiati all’estero che fanno rientro in Italia. Dopo la stretta dei controlli negli aeroporti e l’obbligo del test per chi torna da una vacanza o da un viaggio di lavoro, la Toscana prevede ora anche l’obbligo della registrazione preventiva del rientro per chi va in Spagna, Grecia, Croazia o Malta. Sul tema, il presidente della Regione Toscana aveva scritto ai ministri dei trasporti, dell’interno e della salute. La stessa richiesta era stata già avanzata al Governo un mese fa per i rientri da Albania e Romania. L’obiettivo è di rendere possibile l’esecuzione del test molecolare evitando caos e possibili assembramenti. La registrazione preventiva on-line, che faciliterà i servizi di prevenzione, diventa obbligatoria da oggi (17 agosto).
I viaggiatori che arrivano in Toscana da Croazia, Grecia, Malta e Spagna sono quindi tenuti obbligatoriamente a registrarsi attraverso la pagina web dedicata. Saranno poi contattati dalle Asl competenti per effettuare il test molecolare o antigenico a mezzo di tampone, che avverrà nelle 24 ore successive al loro arrivo. Resta attivo anche il numero verde regionale 800 556060.