Una mostra originale, che mette insieme l’immaginario con cui sono cresciuti i ragazzi degli anni ‘80 – fatti di film epici come I Goonies di Spielberg – e l’eredità di una tradizione, quella della lavorazione dell’alabastro, che i volterrani portano nel DNA dai tempi degli Etruschi. Questa è “I tesori dell’alabastro”, l’esposizione temporanea dell’eclettico artista Nico “Löpez” Bruchi che apre domani presso il Centro Studi Santa Maria Maddalena e che rimarrà visitabile fino al 1° novembre. L’iniziativa rientra nel programma di oltre 300 eventi che celebra il 2022 come l’anno di Volterra Capitale toscana della cultura.
La mostra
Il percorso della mostra inizia per i visitatori da una mappa del tesoro che viene fornita all’ingresso, con due percorsi: uno interno tra le sale espositive e uno esterno, tra le strade della città che ospitano ancora botteghe e laboratori di lavorazione della pietra. In questo modo si viene così guidati verso la scoperta del passato, del presente e del futuro dei tesori dell’alabastro.
La caccia al tesoro ispirata a I Goonies, film dove un gruppo di ragazzi va alla conquista dell’oro del pirata Willie l’Orbo, comincia nella prima stanza della mostra con un video immersivo, dove in poco più di 5 minuti l’arte di Löpez trasporta lo spettatore nell’infanzia dei bambini volterrani che, come lui, sono cresciuti con il mito degli alabastrai, di questi “pirati” sovversivi che custodivano gelosamente un prezioso tesoro. Attraverso immagini che corrono rapide tra la polvere delle botteghe e le facce appassionate degli artigiani, accompagnate dai suoni del lavoro al tornio, degli attrezzi come raspe e scuffine che modellano la pietra, si arriva ai giorni di oggi, dove il filo rosso che tiene insieme gli alabastrai è lo stesso di sempre: la certezza, in cuor loro, che l’alabastro non morirà mai. Da qui anche il sottotitolo della mostra (e di un gioco da tavolo ispirato al film) “Never say die”.
Il percorso prosegue poi con l’esposizione di una raccolta di fotografie d’epoca di alabastrai, indaffarati in bottega o in momenti ricreativi, per poi concludere in una sala finale dove una teca sapientemente illuminata, proprio come un “forziere” schiuso, svela i tesori costituiti delle opere degli artigiani locali, di ogni età e genere.
L’artista Nico Löpez Bruchi
Nico Bruchi, in arte Löpez, è nato a Volterra nel 1984. Dopo aver studiato presso l’Istituto Statale d’Arte di Volterra e poi all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, si è avvicinato nei primi anni 2000 al gruppo di urban artists EDF Crew, con il quale ha dato vita all’associazione culturale Libera Espressione Creativa e ha realizzato numerosi murales in giro per la Toscana, in Italia e all’estero.
“Gli alabastrai per me sono degli eroi”, confessa Bruchi all’anteprima della mostra, “ho cercato di riprodurre qui quelle avventure che vivevo da piccolo, quando percepivo dentro quelle botteghe che sbirciavo da fuori una sorta di atto meditativo compiuto da questi personaggi, così duri all’esterno, così poetici lì dentro, in quel contesto”.
Volterra, un anno di eventi
La mostra “I tesori dell’alabastro. Never say die” rimarrà aperta tutti i giorni, fino al 1° novembre 2022, dalle ore 10 alle 18. Il biglietto d’ingresso, dal costo di 7 euro, varrà come ticket unico per l’ingresso a luoghi simbolo della città – la cattedrale, il battistero e il Centro Studi -, valorizzati con il progetto Anima di Volterra. La mostra di Nico Löpez Bruchi è curata da Nicolas Ballario ed è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra insieme alla Parrocchia della Cattedrale di Volterra. L’organizzazione è di Opera Laboratori. L’iniziativa è solo uno dei tanti eventi che quest’anno riempiono il calendario di “Rigenerazione Umana”, il palinsesto pensato per celebrare Volterra Capitale toscana della cultura, titolo assegnato per la prima volta alla città dalla Regione Toscana per premiare lo sforzo e l’impegno dei cittadini nell’elaborazione del dossier di candidatura a Capitale italiana della cultura.