Un bene confiscato alla mafia diventa un luogo di protezione e simbolo contro la violenza di genere. Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, sono stati presentati i lavori di riqualificazione dell’immobile che il Comune di Montopoli ha acquisito nel 2015.
“Unendo la battaglia contro le mafie e contro la violenza sulle donne – ha detto l’assessora regionale alle pari opportunità Alessandra Nardini – l’Amministrazione comunale di Montopoli ha fatto una scelta precisa e chiara, dal doppio valore. Restituisce alla comunità un immobile confiscato alla criminalità sferrando un colpo netto alle mafie, e sceglie di farlo destinando quell’immobile al rafforzamento delle rete antiviolenza attiva sul territorio”.
Per l’assessora Nardini “è un messaggio fortissimo e un esempio di governo, di cui siamo orgogliosi e che mi auguro possa essere da esempio anche per altre realtà locali”. Per questo ha voluto ringraziare l’Amministrazione comunale di Montopoli in Val d’Arno e, in particolar modo, la vicesindaca Linda Vanni.
La Regione ha convintamente sostenuto questa scelta e “continuerà a sostenerla. La stretta collaborazione tra i vari livelli istituzionali è cruciale sia combattere le mafie da cui, purtroppo, il nostro territorio non è immune, sia per combattere un fenomeno così drammatico come la violenza di genere, che è un fenomeno strutturale e non emergenziale, che non è un problema delle donne ma un problema della società tutta, a partire dagli uomini, a cui chiediamo di essere in prima fila in questa battaglia”.
L’appartamento sottratto alle mafie, situato a Montopoli in Val d’Arno, è stato completamente ristrutturato grazie ai fondi stanziati dalla Regione Toscana, per un importo di 183 mila euro. I soldi sono serviti per completare la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria dell’appartamento.
“Questo è un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata, l’utilizzo dei beni confiscati è uno strumento prezioso per consolidare la cultura della legalità. L’appartamento sarà destinato a diventare un centro anti violenza e un rifugio per donne e bambini che hanno subito abusi e violenze. Sarà un luogo sicuro e accogliente, dove le vittime potranno trovare sostegno, assistenza e protezione” ha detto l’assessore regionale alle Politiche per la sicurezza e cultura della legalità Stefano Ciuoffo.
L’assessore, nel sottolineare determinazione e impegno della vicesindaca Linda Vanni e del sindaco Giovanni Capecchi, ha ribadito che è stato restituito alla collettività “qualcosa di più di un semplice bene immobile ristrutturato. Auspico che questo centro possa diventare un punto di riferimento per le donne e i bambini che hanno bisogno di aiuto”.
“Oggi è una giornata importante – ha sottolineato il sindaco Giovanni Capecchi – di un percorso nato alcuni anni fa da quella telefonata delle Prefettura che mi informava della presenza sul nostro territorio di un bene confiscato. Dopo lo stupore iniziale, abbiamo cominciato a pensare a come poter restituire questo luogo alla comunità e la decisione di destinarlo a chi quotidianamente combatte la violenza di genere”.
Anche il sindaco ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono spesi per il progetto: la responsabile l’architetta Ilaria Bellini e il progettista l’architetto Alessandro Bellini che insieme all’architetto Giampiero Testai si sono occupati della ristrutturazione dell’edificio. Grazie anche alla ditta Fratelli Alderighi Srl di San Miniato.
“E’ stata un’emozione forte – ha detto la vicesindaca e assessora alle politiche sociali e legalità del Comune di Montopoli, Linda Vanni – essere presente alla conclusione dei lavori di questo immobile che per noi ha una valenza doppia, non solo il ripristino della legalità ma la possibilità per donne e madri di riprendersi la libertà passando da questa casa . Ringrazio le associazioni di volontariato che gestiscono i centri antiviolenza e che si occupano di prevenzione per eliminare la violenza sulle donne, per il lavoro proficuo che stanno facendo sul territorio”.
A breve sarà pubblicato l’avviso per l’assegnazione dell’immobile che sarà destinato a casa accoglienza per donne e minori vittime di violenza. Il bene in passato è stato affidato all’associazione Frida e ha visto l’accoglienza di 10 donne e 15 minori. Un luogo di libertà, in cui dieci donne hanno potuto riprogettarsi e riprendere in mano la propria vita.