I suoi dischi sono stati apprezzati da artisti del calibro di Patti Smith e David Byrne, Marcelo Frota in arte MOMO, è un cantautore e polistrumentista brasiliano residente in Portogallo. La sua musica è il risultato di molteplici influenze artistiche che ha assorbito durante la sua adolescenza tra Brasile, Angola, Stati Uniti e poi da adulto a Chicago, Barcellona e Rio de Janeiro. Durante la sua carriera ha fatto tournée negli Stati Uniti, in Brasile e in Portogallo. Tra i suoi spettacoli dal vivo ci sono anche l’esibizione al “Silencio Club” di David Lynch a Parigi e l’apertura per il concerto di Andrew Bird al Misty Fest 2016 in Portogallo.
“I Was Told to Be Quiet” è il suo sesto album registrato a Los Angeles. Il lavoro riunisce l’eredità potente ed espressiva dei suoni brasiliani, come la bossa nova e la samba, con l’indie contemporaneo. Nel disco anche un raffinato elenco di collaboratori: a livello compositivo Wado, Thiago Camelo e Ana Lomelino (Mãeana), mentre nelle registrazioni sono presenti Régis Damasceno (basso) e Marco Benevento (piano, polli synth, archi synth). Firma la produzione dell’album Tom Biller che ha lavorato con Fiona Apple, Sean Lennon, Elliot Smith, Kanye West e Warpaint.
“I Was Told to be Quiet” segna anche il debutto di Deusamora Records, l’etichetta discografica che, grazie all’esperienza di A Buzz Supreme e Malintenti Dischi, si propone di far luce sulla scena musicale contemporanea indipendente brasiliana in Italia. Ecco la nostra intervista.
Ciao MOMO! Sei brasiliano ma vivi in Portogallo, il tuo disco è cantato in tre lingue e è stato registrato a Los Angeles. Possiamo dire che viaggiare è uno degli aspetti fondamentali della tua vita? Che rapporto hai con il viaggio?
Penso di si. Ho lasciato il Brasile per la prima volta a cinque anni per vivere a Luanda, in Angola. Sono rimasto lì fino a quando avevo 10 anni. Poi sono arrivate altre città e altri paesi.
Conosci qualcosa della musica italiana? C’è un artista che ti piace?
Lucio Dalla ha avuto grande successo in Brasile. La canzone “Caruso” ha anche fatto parte di una telenovela della Tv Globo. Mi ricordo che ho provato gli accordi di questa canzone e mi sono avventurato a cantarla. Di recente ho conosciuto il lavoro di Lucio Battisti e mi è davvero piaciuto. Non posso non menzionare i geni: Ennio Morricone e Nino Rota.
Non sono mai stata in Brasile ma me lo immagino come una grandissima ‘fabbrica della musica’, in cui tutti imparano a cantare o suonare fin da piccoli. Vivete costantemente dentro la musica, siete un popolo che ha un’anima musicale, è così?
Non posso dire che in Brasile tutti imparino la musica fin da piccoli. Ad esempio, io non avevo lezioni di musica a scuola. La legge che richiede l’insegnamento della musica nelle scuole pubbliche è del 2008. Ma sono d’accordo con te quando dici che i brasiliani hanno un’anima musicale. È qualcosa di spontaneo ed esce naturalmente.
Il tuo ultimo disco è stato prodotto da Tom Biller, com’è nata questa importante collaborazione?
Io e Tom volevamo fare questo disco da tanto tempo. Quando ho ascoltato l’album “Friendly Fire” di Sean Lennon, sono stato colpito dal suono dell’album. Da allora, siamo rimasti in contatto e ci siamo scambiati impressioni. Alla fine questo incontro è successo e ci ha portato a questo disco.
Come mai hai scelto il titolo ‘I was told to be quiet’, io non sopporto quando mi dicono di stare zitta!
Il mondo di oggi alimenta una retorica bellicosa di odio e brutalità. Questo album è un invito, una specie di proposizione alla contemplazione e all’apprezzamento del silenzio, della calma. Il silenzio è azione, è discorso. Da questo stato sereno, credo che possano avvenire le trasformazioni.