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Moda, la ricetta di Cucinelli: “In azienda serve lavorare il giusto”

Il presidente del brand di lusso ospite del format “Colloqui dell’economia” alla Camera di commercio di Firenze

Brunello Cucinelli

Sulla quantità di ore in un’azienda non ha dubbi: “io sono un sostenitore di lavorare il giusto“. Brunello Cucinelli offre un approccio illuminante sul modo corretto di concepire l’attività imprenditoriale. L’occasione per ascoltarlo parlare a Firenze è arrivata con i “Colloqui dell’economia‘ , un format della locale Camera di commercio, organizzato in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor.

Noi entriamo tutti insieme alle 8, manager o non manager. Alle 13 si va a pranzo. Io faccio anche il pisolino dopo pranzo. Poi si inizia alle 14.30 fino alle 17.30, sono le giuste ore lavorative” ha raccontato il presidente del brand di lusso portando ad esempio l’esperienza della sua azienda.

Alla ricerca del giusto equilibrio

Il tema è quanto realmente al lavoro noi siamo concentrati sul lavoro – ha aggiunto -. Nelle nostre riunioni nessuno usa i telefonini. Poi dopo le 17.30 ognuno va a vivere la propria vita privata. È un riequilibrio. Dobbiamo lavorare otto ore, in bei luoghi, ed avere una sostenibilità spirituale. Se io ti tratto bene tu mi tratti meglio e lavoriamo meglio, altrimenti il nostro spirito sta peggio e la creatività è ancora inferiore. Rousseau dice che tutto è creativo quando intorno è in equilibrio il Creato. Dobbiamo ritrovare un vivere secondo misura, equilibrato”.

Il mondo, ha aggiunto Cucinelli, “ha bisogno di trovare un nuovo equilibrio, siamo alla ricerca di qualcosa, il mal dell’anima è molto forte“. Ai giovani ha ricordato “di sostituire la paura con la speranza e tutto cambierà. Se dedichi metà del tuo tempo allo studio e metà all’intelligenza dell’anima vieni su migliore come essere umano“.

Noi abbiamo trasmesso ai figli l’obbligo di aver paura invece della speranza – ha aggiunto -. Ma fate la metà dei compiti, andate avanti con l’intelligenza dell’anima. Possiamo tornare a che i nostri figli e nipoti si divertano, riposino, facciano i compiti il giusto? Invece, ci sono gli insegnanti che mandano i compiti la domenica”.

Brunello Cucinelli

Cucinelli, un brand di successo nel mondo

Sul settore della moda “abbiamo fatto un triennio dove quasi tutti abbiamo raddoppiato il fatturato e ora stiamo riaffrontando un momento di grande riequilibrio”. “Io sono per una crescita sana, equilibrata” e dobbiamo ritrovare un vivere secondo misura, in modo equilibrato” ha aggiunto.

Secondo Cucinelli quello dei prezzi “è un altro grande tema. Credo che noi dobbiamo avere il giusto profitto. Serve ridare la dignità al lavoro operaio ed è molto difficile. Tu vai a lavorare in fabbrica: se gli uffici hanno finestre belle, la produzione non ha finestre. Questo perché siamo stati educati con un concetto: quando produci non alzi gli occhi al cielo, sennò perdi tempo. Dobbiamo fare un cambio di fondo sul lavoro operaio”.

Sulla propria azienda “noi siamo quotati in borsa, siamo credibili: questo lo sento, quando affrontiamo gli investitori la prima cosa che ti dicono non ti parlano dell’azienda ma del valore dell’Italia, siamo i più grandi manifatturieri al mondo di qualità. Ma per fare manufatti di qualità, serve ridare dignità morale ed economica al lavoro manuale”. Sui ricavi del 2024, ha concluso Cucinelli, “le cose stanno andando bene, io sono contentissimo”.

Leonardo Bassilichi – © Antonio Viscido

Bassilichi e le difficoltà del comparto moda

Il presidente della Camera di commercio fiorentina, Leonardo Bassilichi ha ricordato le difficoltà del comparto moda: “non sono congiunturali, ma strutturali. Il pubblico è disposto a spendere ma a patto di avere un prodotto davvero di alta qualità. La massificazione del lusso – ha detto – ha fatto il suo tempo e le imprese devono fare i conti con questo cambiamento radicale, a cominciare dalla riorganizzazione delle filiere produttive”.

Il report sul settore moda dell’Ufficio studi della Camera di commercio mette in evidenza le difficoltà del comparto, con una flessione delle esportazioni nel 2023 del 7,2% per la pelletteria, del 7,7% per l’abbigliamento, del 15,5% per la maglieria e del 22,7% per le calzature, a fronte di un buon andamento complessivo dell’export per l’economia fiorentina (+2,5% lo scorso anno).

I numeri confermano il peso della Toscana e di Firenze in particolare nel settore della moda. A livello nazionale, le imprese che operano nel settore moda sono oltre 281mila (4,4% del totale delle imprese attive), di cui 34.662 in Toscana (7,8% del totale regionale) e 10.691 a Firenze (9,2% del totale nella città metropolitana). Per quanto riguarda gli addetti, sono quasi 844mila in Italia (4,3% del totale), 142mila in Toscana (10,8% del totale) e poco meno di 50mila a Firenze (12,5% del totale).

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