Martedì 22 agosto intorno alle 8 è entrata nel porto di Marina di Carrara la nave ong Open Arms con 196 migranti, tratti in salvo giorni fa nel Mediterraneo centrale.
Le persone soccorse, a bordo della nave, hanno accompagnato l’arrivo nello scalo toscano con un applauso.
Seguendo le procedure consuete, applicate già nei precedenti sbarchi, dopo i primi controlli sanitari a bordo della nave, i migranti saranno fatti scendere e accompagnati in pullman al complesso di Imm-CarraraFiere, per l’identificazione e le visite mediche.
I migranti saranno poi accompagnati, dopo essere stati rifocillati, nei centri di accoglienza. Le procedure sono coordinate dalla Prefettura di Massa Carrara: tra le persone presenti al porto il prefetto Guido Aprea.
Secondo Monia Monni assessora alla protezione civile della Regione Toscana: “Il Governo sta dimostrando la sua incapacità a costruire un modello di accoglienza vero, scaricando le criticità di gestione sui territori ed i Comuni. Prima Salvini da Ministro degli Interni ed ora Piantedosi, hanno destrutturato il modello dell’accoglienza diffusa, togliendo risorse ed emarginando quel terzo settore che sa fare accoglienza. Che la sottoscrizione dell’intesa non contribuisca a risolvere il problema lo dimostra il fatto che tutto il Paese vive le stesse difficoltà, a partire dal Veneto come si capisce bene dalle parole dure del presidente Zaia e di tanti sindaci di destra. Per costruire un modello di accoglienza servono risorse e serve un’idea di come fare, cosa che questo Governo evidentemente non ha”.
Secondo Serena Spinelli, assessora al sociale, anche lei impegnata in prima persona insieme a Monni nella gestione degli sbarchi: “La situazione è complessa perché viene volutamente resa più complicata da un sistema che si sta avvitando su se stesso rendendo le cose difficili alle comunità che devono accogliere. Molte realtà del nostro terzo settore non riescono ad inserirsi perché gli importi dei bandi sono troppo bassi. Quello che prevede il decreto Cutro (che mi spiace anche chiamare così visto la tragedia a cui si associa) esclude in sostanza il supporto legale, psicologico e quello linguistico, lasciando in pratica solo vitto e alloggio e finendo per allontanarsi molto dai principi dell’inclusione e dell’accoglienza. Io desidero comunque ringraziare tutto il nostro sistema per il lavoro, coordinato dalle prefetture: il terzo settore tutto, il sistema socio-sanitario e dell’assistenza, i comuni che hanno la maggior parte del carico addosso. E’ grazie a loro se la Toscana riesce a rispondere con adeguatezza e con preparazione”.
Dove andranno i migranti?
Dei 196 migranti arrivati stamani nel porto di Marina di Carrara: 80 sono destinati a strutture di accoglienza in Toscana, 71 in Piemonte e una trentina in Umbria.
Per quanto riguarda i minori non accompagnati la maggior parte rimarrà a Massa, altri andranno in altre province toscane, ha spiegato ai giornalisti il prefetto di Massa Carrara Guido Aprea.
Sulle condizioni delle persone a bordo della nave, “in linea di massima – ha detto il prefetto Aprea – alcuni hanno patologie tipiche dei territori”, come la “scabbia, qualcuno anche con la varicella, un paio, niente di particolarmente allarmante: sono già stati fatti scendere e saranno trattati in maniera rapida”.
Sull’accoglienza il prefetto ha specificato che “in questa provincia difficoltà non ne abbiamo, oltretutto sono già parecchi sbarchi, Carrara come porto sicuro lo è già da gennaio, è un meccanismo assolutamente collaudato, sono già scesi i primi 5, c’è la massima collaborazione da parte di tutti, da noi, dallo Stato, fino a finire all’ultimo dei Comuni”.
Il prefetto non ha per adesso notizie su altri possibili arrivi a Marina di Carrara.
Tutti gli sbarchi in Toscana
Per Marina di Cararra è il sesto sbarco di migranti: il primo fu il 30 gennaio per la Ocean Viking di Sos Méditerranée con 95 persone a bordo, il 19 aprile e il 5 giugno gli arrivi della Life Support di Emergency con 55 e 29 migranti, e il 7 e 19 luglio quelli della Geo Barents di Medici senza frontiere con, rispettivamente, 196 e 214 persone.