A Firenze, il Medio Oriente contemporaneo raccontato in modo inedito sul grande schermo
Grande attesa a Firenze per il festival sul cinema e la cultura mediorienatali, Middle East Now, la cui XIII edizione è in programma dal 4 al 9 ottobre prossimi, al Cinema La Compagnia, al Cinema Stensen e in altri spazi fiorentini – con una sezione in streaming sulla piattaforma Più Compagnia, in collaborazione MyMovies.it – con una ricca porposta di eventi, tra cinema, documentari, arte, mostre, musica, food, incontri e talk.
Sono in tutto trentotto i film in anteprima nazionale, che portano sul grande schermo tematiche di grande attualità, che raccontano società dalle grandi e antiche tradizioni, nelle quali convivono bellezza e grandi potenzialità, con problemi sociali, di stabilità politica, di disparità di genere. Si tratta di film premiati ai principali festival internazionali, provenienti da Libano, Iran, Palestina, Siria, Egitto, Afghanistan, Israele, Marocco, Tunisia, Arabia Saudita, Turchia, Emirati Arabi, Yemen. Obiettivo di un festival del tutto inedito, nel panorama italiano – e non solo – è quello di raccontare il Medio Oriente al di là dei pregiudizi e i luoghi comuni con i quali spesso vengono rappresentati dai media.
Il leit motiv della XIII edizione del festival è “An abstract of home”
Molti dei film in programma al Middle Est Now, saranno accomunati da una domanda pragmatica, e allo stesso tempo inerente al sentire intimo delle persone, di popoli molto spesso costretti a fuggire, migrare, lasciare le proprie abitazioni: “qual è in realtà la nostra casa?”. Ognuno di noi è infatti alla continua ricerca di una casa: il luogo dove si è nati oppure qualsiasi altro luogo, oppure, semplicemente, il luogo dal quale non si vorrebbe più fuggire. “Nel programma di questa edizione” – hanno affermato gli ideatori e direttori del festival, Roberto Ruta e Lisa Chiari – “saranno presentati i lavori di artisti e registi del Middle East che usano la loro creatività per esprimere gli innumerevoli significati e interpretazioni del concetto di Casa”.
Il focus del Middle East 2022 è incentrato sull’Iran
Come le scorse edizioni, il cinema iraniano è tra le principali proposte nel programma del festival, sia per la grande tradizione cinematografica del paese mediorientale, che esprime grandi autori (nelle sale, proprio in questi giorni, da Venezia 79, è nelle sale Gli orsi non esistono, di Jafar Panahi, al quale, tra l’altro, non è stato consentito dal suo paese di partecipare al festival), sia per le grandi questioni sociali che assurgono alle cronache dei tg nazionali, al centro dei più bei film della cinematografia iraniana. Tra i titoli in anteprima, il lungometraggio Imagine (2022) di Ali Behrad, ospite al festival, opera prima che ha debuttato alla Settimana della Critica del festival di Cannes; due bellissimi corti come il pluripremiato documentario The Doll, di Elahe Esmaili (2022) e The Barter, di Ziba Karamali, Emad Araad (2021).
L’inaugurazione del festival è con un film che racconta la Palestina
Il film d’apertura di questa edizione arriva dalla Palestina e vede il ritorno al festival del grande regista Hany Abu-Assad, con il suo ultimo avvincente thriller Hudda’s Salon (2021), spy story basata su fatti reali che vede una donna ricattare una giovane madre facendola diventare una spia, e rivela una società avvelenata dal tradimento e dagli intrighi che derivano dall’occupazione. A Firenze arriverà Jalal Masarwa, giovane attore palestinese tra i protagonisti del film. Il film della serata conclusiva sarà invece l’iraniano, vincitore del premio Miglior Film e Miglior Attore Protagonista della sezione Orizzonti all’ultimo festival di Venezia, e candidato ai Premi Oscar, World War III, di Houman Seyed, film straordinario, che con l’urgenza di un thriller e la chiarezza di una favola, presenta la storia estenuante ma avvincente di come una vittima della vita impari a imitare i suoi oppressori.
Al Middle East Now, tanti eventi speciali
Tra gli eventi speciali del festival, da segnalare, Bound Narratives A Photobook Library, mostra curata da Roï Saade, in programma dal 7 al 23 ottobre al Museo Novecento. Si tratta di una selezione di libri di fotografia realizzati sul Medio Oriente e Nord Africa, da un’ampia varietà di autori e artisti di talento. Attraverso libri di fotografia documentaria, diari, ricerche accademiche, saggi, immagini d’archivio, schizzi e altro, Bound Narratives sottolinea l’importanza di condividere la miriade di prospettive delle comunità locali e diasporiche, e il potere delle narrazioni inedite e dell’autorappresentazione.
La mostra sbarca anche nel foyer del Cinema La Compagnia, che ospiterà un focus dedicato a Bound Narratives, con due libri fotografici: “Picture An Arab Man” (2022) della fotografa di origini irachene Tamara Abdul Hadi, e “West of Life” (2018) del fotografo tunisino Ziad Ben Romdhane. Sabato 8 ottobre, alle ore 11.30, alla Compagnia si terrà la presentazione dei libri e “book signing”, con Tamara Abdul Hadi e Ziad Ben Romdhane. Tutto il programma completo su www.middleastnow.it