I capolavori del cinema muto non cessano ancora oggi di ispirare con la potenza delle loro immagini registi, muscisti e artisti contemporanei.
Anche il recente film campione di incassi“Nosferatu” di Eggers, che ha conquistato e portato il pubblico in sala, deve moltissimo al lavoro di Friedrich Willhelm Murnau uscito nel 1922, oltre un secolo fa.
Adesso arriva a Firenze un’occasione unica per godersi una gemma del cinema muto. Il 22 febbraio al Glue quattro musicisti d’eccezione: Karim Qqru, Roberta Sammarelli, Xabier Iriondo e Corrado Nuccini trasformeranno “Metropolis” di Fritz Lang.
Musica dal vivo e immagini si fonderanno in un viaggio inedito tra cinema espressionista e potenza sonora.
Ecco la nostra intervista a Roberta Sammarelli
Com’è nata l’idea di ri-sonorizzare Metropolis?
I ragazzi arrivano da un’esperienza precedente, nel 2024 hanno ri-sonorizzato Nosferatu. Io sono andata a vederli a Bergamo e sono rimasta molto colpita, mi era piaciuto moltissimo. Non avevo mai fatto nulla del genere ed ero molto curiosa di farlo. Quando Corrado mi ha contattata per chiedermi di introdurmi in questo trio e aggiungermi a loro per sonorizzare Metropolis, ho preso la proposta al volo anche perché sono tre musicisti molto bravi e molto particolari. Ero super curiosa e felicissima di sperimentare insieme a loro, anche per confrontarmi come musicista con questa nuova esperienza. Ci siamo trovati tre giorni in una sala prove e devo dire che è andato tutto non liscio, di più.
È un film visionario e per molte cose purtroppo anche attuale. La discrepanza tra un mondo di superficie perfetto e un mondo sotterraneo di schiavi, lo rende un film di denuncia sociale
Come si sonorizza un film?
Ognuno di noi a casa si è guardato il film e ha provato a scriverci sopra qualcosa prima di andare in sala prove. Abbiamo mandato agli altri il nostro materiale, come idee da sviluppare insieme. Tutti hanno ascoltato il materiale di tutti e poi abbiamo individuato le cose che ci piacevano di più e che sarebbero state meglio con le scene del film. In sala prove con il proiettore acceso con il film che andava, piano piano abbiamo costruito sopra tutte le varie parti. E’ stato bello perché è stato veramente un lavoro alla pari, ci siamo incastrati benissimo, è stato un progetto davvero molto corale. Non abbiamo avuto nessun problema sulla visione della cosa, in un giorno e mezzo il grosso era stato fatto.
Oggi tanti registi guardano e si ispirano agli autori del cinema muto. A te personalmente cosa colpisce di Metropolis?
È un film visionario e per molte cose purtroppo anche attuale. La discrepanza tra un mondo di superficie perfetto e un mondo sotterraneo di schiavi, lo rende anche un film di denuncia sociale in questo momento storico.
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