Un intero anno di eventi per ricordare Cosimo I de’ Medici, di cui ricorrono i 450 anni dalla morte. L’apertura delle celebrazioni si è tenuta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, con il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco di Firenze Dario Nardella e Giovanni Cipriani, docente di storia dell’Università di Firenze.
Per celebrare questo grande protagonista della storia e dell’identità toscana, rappresentato anche nel tondo centrale del Salone di Palazzo Vecchio nell’affresco di Vasari, le iniziative annunciate dal presidente organizzate dalla Regione.
Le tre iniziative della Regione
Una mostra a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione in Piazza Duomo a Firenze, sarà inaugurata il prossimo 21 aprile, in ricordo della data che segnò la morte del ‘padre’ della Toscana moderna, avvenuta proprio il 21 aprile 1574.
Tra le iniziative anche quella del 27 agosto di quest’anno, esattamente il giorno in cui Cosimo fu nominato Magnus Dux Etruriae, era il 1569, e divenne, grazie alla bolla di Pio V, il Granduca di Toscana. La terza iniziativa annunciata da Giani è un concerto, in omaggio alla grande affermazione di cultura musicale che vi fu a Firenze in quel periodo.
Un bando per le proposte dei Comuni
Ma al di là di queste tre iniziative della Regione il presidente annuncia “un bando di 200 mila euro per raccogliere le proposte dei Comuni interessati alle opere di Cosimo I dei Medici, per promuovere una sensibilità diffusa sul territorio. Sarò disponibile ad andare nelle scuole tra gli studenti toscani per parlare di una storia locale che manca troppo nelle scuole e che noi vogliamo invece vitalizzare”.
Cosimo I, padre della Toscana Moderna
“La Toscana – ha ricordato Giani – è l’unica delle regioni italiane che ha una radice di 450 anni che deriva proprio dalla presenza di Cosimo, che di fatto è uno statista che organizza uno Stato dando alla Toscana questo profilo; nessun’altra regione, infatti, ha questa caratteristica. Non a caso quando si costituisce l’Italia, la nostra Toscana è l’unica che, già da centinaia di anni, ha una identità, grazie a Cosimo I dei Medici”.