Mauro Bolognini, maestro del cinema italiano, celebrato dal festival organizzato nella sua Pistoia
Sono passati poco più di cento anni dalla nascita di Mauro Bolognini, nato a Pistoia nel 1922 e scomparso a Roma nel 2001. Regista cinematografico e teatrale, la cui cifra distintiva è stata l’aver spesso preso ispirazione, per i suoi film, dalla letteratura, in particolare dalla narrativa dell’Ottocento e Novecento, dai romanzi di Vasco Pratolini, Alberto Moravia e Vitaliano Brancati.
Il suo esordio al cinema è del 1953, Ci troviamo in galleria, al quale seguono altri film dai toni leggeri, fino all’incontro destinato a dare una svolta alla sua carriera, quello con Pier Paolo Pasolini, che collaborò con il regista pistoiese come soggettista e sceneggiatore, in film come Marisa la civetta, 1957, Giovani mariti, 1958, La notte brava, 1959, La giornata balorda, 1960. Ed è proprio del 1960 il suo film-capolavoro, Il Bell’Antonio (Pardo d’Oro al festival di Locarno) sempre con la sceneggiatura di Pasolini, scritta insieme a Gino Visentini, tratto dall’omonimo romanzo di Vitaliano Bracati, opera che vede protagonisti Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale.
Nel 1961, vede la luce un altro film cult da lui firmato, La viaccia, girato a Firenze, dal romanzo L’eredità, di Mario Pratesi, con la sceneggiatura firmata anche da Vasco Pratolini, nel quale recita di nuovo una impareggiabile Claudia Cardinale, affiancata da Jean-Paul Belmondo. Nel film, in bianco e nero (così come lo era Il bell’Antonio), siamo a fine ‘800 tra la campagna fiorentina (la tenuta La Viaccia) e il centro storico fiorentino, tra i più umili e sordidi vicoli cittadini. La storia raccontata è quella di Amerigo (Belmondo), un giovane contadino che viene mandato a lavorare in città, che s’innamora follemente di una prostituta, Bianca (Cardinale). Per starle accanto il giovane ruba, perde il lavoro, viene accoltellato, fino al tragico epilogo finale.
Tra i suoi film successivi, ci sono tanti altri titoli di valore, come Agostino, tratto dall’omonimo romanzo breve di Moravia, Senilità, dal libro di Italo Svevo, Metello dall’omonimo romanzo di Pratolini, il bellissimo L’eredità Ferramonti, dal romanzo di Gaetano Carlo Chelli, con Anthony Queen, Gigi Proietti e Dominique Sanda. E ancora, Per le antiche scale, dal romanzo omonimo di Mario Tobino, La storia vera della Signora dalle camelie, biografia romanzata del di Alexandre Dumas figlio e Mosca, addio, dedicato alla rivendicazione dei diritti civili in URSS.
A Pistoia le attività del “Centro Mauro Bolognini” e il festival dedicato al suo cittadino illustre
Nell’anno della scomparsa di Mauro Bolognini, il 2001, è nato a Pistoia il “Centro Mauro Bolognini”, che ha sede in Corso Gramsci 125, presieduto da Roberto Cadonici, con la direzione artistica di Gabriele Cecconi, che promuove, a 360 gradi, l’opera del noto regista pistoiese, grazie a pubblicazioni, incontri culturali, convegni, mostre, concorsi, attività dedicate alle scuole. Nel centro è inoltro conservato e messo a disposizione del pubblico, il raro “Fondo Mauro Bolognini”, composto da una raccolta di sceneggiature, una parte della biblioteca del regista e una serie di foto di scena originali. Dal 2006, inoltre il Centro organizza, a cadenza biennale, il “Mauro Bolognini Film Festival”.
Il Mauro Bolognini Film Festival, IX edizione
Il festival di Pistoia vuole essere un’occasione per riavvicinarsi e approfondire la conoscenza con un regista di grandissimo talento, Mauro Bolognini, spesso non adeguatamente valorizzato dalla critica, probabilmente a causa della concomitanza, negli anni ’60, di altri maestri di grosso calibro, che lo hanno – in parte – relegato in un cono d’ombra. I primi anni ’60, che vedono la realizzazione dei migliori titoli di Bolognini, sono anche gli anni de La Dolce Vita di Fellini, L’Avventura di Michelangelo Antonioni, Divorzio all’Italiana di Pietro Germi, Adua e le compagne di Antonio Pietrangeli, solo per citare alcuni titoli di grande successo. Ma il cinema di Mauro Bolognini continua a vivere nel cuore dei veri cinefili, di quanti hanno visto e apprezzato i suoi film, opere dall’alto valore artistico, con un uso del bianco e nero e di una fotografia che restituiscono l’autenticità delle vicende raccontate, molto spesso tratte da libri; film resi unici dal patto di fedeltà/infedeltà con il testo letterario, che non ha simili nel cinema italiano e internazionale. Per questo è di centrale importanza continuare a valorizzare, promuovere, far conoscere al vasto pubblico il cinema di Mauro Bolognini.
Il programma del Mauro Bolognini Film Festival 2024
Da venerdì 25 a domenica 27 ottobre 2024 si tiene a Pistoia la IX edizione del Mauro Bolognini Film Festival. La nuova edizione sarà incentrata sulla riscoperta del marchese Antonio Altoviti (1914-2002), documentarista, aiuto regista, sceneggiatore, attore e direttore di produzione, il cui lavoro ha incontrato quello di Bolognini. Grazie alla disponibilità del suo archivio, conservato a Pistoia, e del suo libro di memorie (1994), sarà possibile rendere omaggio alla sua figura, evidenziando il ruolo cruciale che ebbe in anni fondamentali per il cinema italiano, dal dopoguerra fino alla metà degli anni Settanta. In programma al Mauro Bolognini Film Festival (MBFF) una grande mostra documentaria, la pubblicazione di un estratto delle sue memorie con una ricostruzione della biografia e della filmografia, ad oggi inesistenti, la produzione di un documentario sulla sua carriera, di cui verrà presentato un “coming soon” durante il festival. Il rapporto di collaborazione tra Antonio Altoviti e Mauro Bolognini sarà inoltre al centro della giornata di sabato 26 ottobre, al Piccolo Teatro Mauro Bolognini (ore 21.15), quando si terrà la proiezione del film di Bolognini Un bellissimo novembre, per il quale Altoviti fu sia co-sceneggiatore che direttore di produzione.
In programma anche il concorso di cortometraggi, su pellicola o in digitale; il concorso nazionale rivolto alle produzioni video realizzate dalle scuole; il “Premio Mauro Bolognini”, denominato anche “Premio Produzione Manolo Bolognini”, che sarà assegnato a quella produzione ritenuta più meritevole, sulla base di parametri quali il coraggio, l’innovazione, l’intuizione nella promozione di giovani autori esordienti e, più in generale, la capacità di interpretare con originalità lo spirito dei tempi; il Premio “Cinema su carta”, rivolto a testi di interese cinematografico – come monografie, studi tematici, saggistica, atti, analisi comparate, sceneggiature commentate, inediti a tema cinema – riconoscimento quest’anno alla sua prima edizione.
Per consultare tutto il programma clicca qui.