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Matthias Martelli si confronta con “Mistero Buffo” di Dario Fo: “L’attore è uno sciamano, ha il potere di far emergere mondi nuovi”

Sabato 29 marzo approda al teatro di Fiesole “Mistero Buffo” il capolavoro del Premio Nobel Dario Fo riportato in scena dall’attore, drammaturgo e giullare Matthias Martelli, diretto da Eugenio Allegri

Sabato 29 marzo dopo 200 repliche in Italia e nel mondo approda al teatro di Fiesole “Mistero Buffo”.

Il premio Nobel Dario Fo debuttò con quest’opera nel 1969. A dare nuova linfa a questo capolavoro del teatro di narrazione è l’attore, drammaturgo e giullare Matthias Martelli, diretto da Eugenio Allegri.

Solo in scena, senza trucchi e con l’intento di coinvolgere il pubblico nell’azione drammatica, Matthias Martelli passa in un lampo dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale.

Un linguaggio e un’interpretazione nuova e originale, nel segno della tradizione di un genere usato dai giullari medievali per capovolgere l’ideologia trionfante del tempo, dimostrandone l’infondatezza.

Lo spettacolo si inserisce nel programma della Primavera Fiesolana, festival di musica, teatro, cinema e contaminazioni delle arti, in programma al Teatro di Fiesole.

Ecco la nostra intervista a Matthias Martelli

Com’è stato confrontarsi con un capolavoro come “Mistero Buffo” di Dario Fo?

Mistero Buffo è stato lo spettacolo che mi ha fatto scoprire il teatro. La prima volta che ho visto questo attore solo sulla scena che faceva immaginare tutto, giocava, Dario Fo, in televisione mi sono appassionato di teatro. Quindi prima di tutto è stata per me una grande gioia, volevo riportare insieme al regista Eugenio Allegri quel gioco, quell’ironia, quel sarcasmo in scena senza essere Dario Fo.

L’attore è uno sciamano, ha il potere di far emergere mondi nuovi. Riesce a evocare qualcosa che ha dentro ma che non è solo suo, è universale. Fa da tramite tra se stesso e l’universo e lo porta al pubblico. È una sapienza antica ancestrale

Perché è ancora attuale quest’opera?

È attuale perché tratta temi universali, per esempio l’ipocrisia del potere. I messaggi che lancia sono validi in ogni epoca, per questo è un classico. Un classico in qualsiasi epoca lo leggi ti da qualcosa, un messaggio che ogni tempo interpreta in maniera diversa ma che ha una radice comune. C’è una giullarata in cui Gesù bambino viene preso in giro dagli altri bambini perché è straniero, pensa quanto è attuale.

Ti sei confrontato anche con il famoso grammelot, la parodia del linguaggio inventata proprio da Dario Fo, com’è stato?

Il grammelot è una tecnica imitativa e istintiva, io credo di possederla prima ancora dello studio, è qualcosa di intrinseco nella mia persona. È qualcosa di speciale perché tu praticamente canti, è tutto ritmico, improvvisato, è quasi jazzistico. È una cosa che mi diverte moltissimo e diverte anche il pubblico inventare le lingue. Il grammelot prende vita perché è un teatro totale anche mimico, gestuale non solo vocale.  

Qual è secondo te il messaggio più importante che esprime questo spettacolo?

C’è un messaggio intrinseco che è quello del gioco, la vita una volta che la prendi e la vivi con ironia può sciogliere tutte le durezze. Quando c’è il riso hai veramente risolto gran parte dei problemi della tua vita. In una giullarata che mette in scena le Nozze di Cana c’è Gesù ubriaco che dice: ” vivete la vita in questo momento non aspettate dopo la morte”. Poi c’è un messaggio politico e sociale che è quello del riscatto dei diseredati, che è fondamentale per Dario Fo. Quando ha vinto il premio Nobel nella motivazione era scritto “A Dario Fo che nella tradizione dei giullari medievali dileggia il potere per restituire dignità agli oppressi”.

Qual è per te la responsabilità dell’attore, nel momento in cui sali sul palco, ti senti investito di una missione?

L’attore è uno sciamano, ha il potere di far emergere immagini, mondi nuovi, riflessioni, emozioni, sia in se stesso, sia nel pubblico. Riesce a evocare qualcosa che ha dentro ma che non è solo suo, è universale. Fa da tramite tra se stesso e l’universo e lo porta al pubblico. È una sapienza antica ancestrale. 

I biglietti – posti numerati 15/20 euro – sono disponibili sul sito del teatro www.teatrodifiesole.it, su www.ticketone.it (tel. 892 101) e nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita – tel. 055 210804).

Mistero Buffo Ph. Giorgio Sottile

Informazioni sull’evento:

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