Il 12 agosto del 1944 un piccolo paese dell’Alta Versilia entrava nella storia per essere il teatro di una delle più drammatiche stragi naziste avvenute in Italia. Quel giorno a Sant’Anna di Stazzema le SS trucidarono 560 civili innocenti, tra cui anziani, donne e 130 bambini: oggi, 76 anni dopo, nel borgo si sono tenute le celebrazioni in ricordo delle vittime dell’eccidio, di cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la gravità nel messaggio rilasciato in occasione dell’anniversario odierno.
“Il 12 agosto di 76 anni fa le frazioni di Stazzema divennero teatro dell’oltraggio più disumano – ha sottolineato Mattarella – l’eccidio di centinaia e centinaia di civili inermi, soprattutto donne, bambini, anziani, rifugiati. Fu una delle stragi più efferate compiute nel nostro Paese durante l’occupazione nazista per i numeri spaventosi del massacro, per la crudeltà con cui gli uomini delle SS si accanirono sui corpi privi di vita, per lo scempio del rogo nella piazza di Sant’Anna.”
“Oggi è giorno di raccoglimento e di memoria per la Repubblica – prosegue Mattarella – un forte, indissolubile sentimento di solidarietà ci unisce ai sopravvissuti, ai familiari di chi è stato ucciso senza pietà, ai cittadini di Stazzema che hanno ricostruito la comunità, sopportando il dolore e conservando il ricordo”.
Il presidente conosce bene Sant’Anna, l’ha visitato l’ultima volta lo scorso febbraio quando al Museo della Resistenza si è tenuta la cerimonia per il 50imo anniversario del conferimento della Medaglia d’oro al valor militare al Comune di Stazzema.
Non ignorare l’intolleranza e l’odio razziale di oggi
Oggi Mattarella ha voluto non solo onorare la memoria dell’eccidio ma anche lanciare un ammonimento a tenere alta la guardia contro l’intolleranza e a non tacere di fronte alla violenza.
“Non va mai dimenticato che la volontà di potenza può spingersi fino a produrre un’ideologia di annientamento di chi è diverso, estraneo, visto come potenzialmente nemico – ha spiegato Mattarella – non va dimenticato che quanti sottovalutano la violenza, alla fine se ne rendono complici. Non vanno ignorati rigurgiti di intolleranza, di odio razziale, di fanatismo che pure si manifestano nelle nostre società e nel mondo, a volte attraverso strumenti moderni e modalità inedite. La memoria degli eventi più tragici e dolorosi della nostra storia costituisce un richiamo incessante per le coscienze”.
“Sulla base di quei valori di umanità che i nazisti e i fascisti loro collaboratori volevano annientare – ha proseguito il capo dello Stato – è stata conquistata la Liberazione e costruita la democrazia. Per questo, Sant’Anna di Stazzema è divenuta al tempo stesso un sacrario e un simbolo della nostra vita civile, dei diritti inviolabili della persona, del senso di giustizia a cui nessuna società deve rinunciare e che la Costituzione repubblicana ci indica come impegno collettivo costante”.
Grazie ai sopravvissuti e ai cittadini di Sant’Anna, quel luogo profanato dalla violenza più crudele è diventato una pietra angolare dell’Europa e dei suoi ideali di civiltà
Pieri e Mancini Cavalieri della Repubblica Federale di Germania
“Particolare gratitudine sentiamo verso coloro che, a Stazzema, hanno tratto dalle loro indicibili sofferenze la forza di testimoniare, di farsi portavoce di solidarietà, di libertà, di pace, di uguaglianza tra gli uomini. Grazie ai sopravvissuti e ai cittadini di Sant’Anna, quel luogo profanato dalla violenza più crudele è diventato una pietra angolare dell’Europa e dei suoi ideali di civiltà” ha concluso il suo messaggio Mattarella, ricordando anche l’importanza dei riconoscimenti conferiti di recente dalla Germania a due sopravvissuti di Sant’Anna.
Il 27 maggio scorso infatti il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha assegnato l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania “per le particolari benemerenze acquisite verso la Repubblica” a Enrico Pieri e Enio Mancini, superstiti dell’eccidio versiliese. “Un prezioso segno di speranza che rende più forti le comuni basi morali e culturali del nostro continente” ha commentato Mattarella.
Enio Mancini aveva 6 anni e si salvò nel rastrellamento grazie a un soldato delle SS che sparò in aria e lo lasciò fuggire insieme alla sua famiglia. Enrico Pieri, oggi presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna, aveva 10 anni ed ebbe l’intera famiglia sterminata davanti ai suoi occhi.
Posti come Sant’Anna sono il fondamento dell’Unione Europea
Pieri oggi era presente alla commemorazione della strage, che è iniziata alle 9 con la deposizione della corona di alloro sulla piazza della Chiesa, al cippo in memoria delle vittime, per proseguire poi al monumento Ossario con i saluti delle autorità. Il ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola ha qui tenuto l’orazione ufficiale, sottolineando che “il
fondamento dell’Unione Europea è nei luoghi come Sant’Anna di Stazzema, che hanno visto la tragedia dei nazionalismi, dell’uomo contro l’uomo. L’Ue trova origine qui. Solo chi ha conosciuto la guerra riesce a non adoperare un linguaggio di contrapposizione, che non è politica ma imbarbarimento. Bisogna non farsi attrarre da una narrazione idealizzata del passato”.
“L’Ue è l’antidoto al ritorno dei muri, del fanatismo nazionalista – ha concluso il ministro – essere qui, come disse Napolitano, non è una liturgia ma un impegno per quello che dovremo fare ogni giorno per l’Italia e per l’Europa“.
Ha mandato un messaggio sull’importanza di lavorare sulla memoria anche il presidente della Camera, Roberto Fico. “Un Paese che non si impegnasse fino in fondo nel rimuovere ogni zona grigia del proprio vissuto finirebbe per negare una parte cruciale della propria identità storica e morale e per vanificare il senso pieno della democrazia” ha scritto Fico al direttore del Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema, Michele Morabito.
Anche per questo, ha ricordato Fico, “la Camera ha creato un portale che consente l’accesso ai documenti acquisiti dalle commissioni di inchiesta, tra cui anche quelli della Commissione che ha indagato sulle anomale archiviazioni provvisorie e sull’occultamento dei 695 fascicoli ritrovati nell'”armadio della vergogna” e riguardanti circa 15mila vittime. Ogni traccia documentale va infatti recuperata per ricomporre capitoli di storia con troppe pagine strappate. Questo ci aiuta nell’indispensabile lavoro di memoria che occorre portare avanti e nello spiegare ai più giovani ed alle future generazioni che la pace e la libertà vanno alimentate e difese costantemente”.