Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sabato 29 febbraio è stato in visita a Sant’Anna di Stazzema in occasione del cinquantesimo anniversario del conferimento della Medaglia d’oro al valor Militare al comune toscano e del ventennale della legge istitutiva del Parco nazionale della Pace.
Sant’Anna di Stazzema è il luogo dell’eccidio nazifascista del 12 agosto 1944 che fece 560 vittime tra la popolazione civile, fra cui anziani, donne e bambini. Il presidente ha prima incontrato uno dei superstiti, Enrico Pieri, appena 10 anni al tempo della strage, poi ha deposto una corona al monumento che ricorda l’eccidio. Infine ha visitato il museo e la Fabbrica dei diritti. Mattarella è il quinto presidente della Repubblica che visita Sant’Anna dopo Pertini nel 1982, Scalfaro nel 1998, Ciampi nel 2000 e Napolitano insieme al presidente tedesco Gauck nel 2013.
“Il dramma della strage di Stazzema del 12 agosto 1944 – ha dichiarato il presidente – è da un lato il momento più basso di caduta di valori e rispetto per la vita umana che la Toscana vive drammaticamente nella ritirata nazifascista, e dall’altro il momento più alto di testimonianza della memoria su cui si fonda la libertà e la democrazia, capisaldi della nostra Costituzione”.
“La memoria è un dovere, – ha aggiunto – costituisce un patrimonio della comunità, il tempo può attenuare il dolore ma non possiamo consentire che le coscienze si addormentino, la testimonianza fa parte del nostro dovere di solidarietà” ha detto il presidente della Repubblica durante il suo intervento. Poi ha proseguito: “Dobbiamo essere vigili: i mutamenti epocali offrono opportunità in ogni campo ma provocano spesso paura, disorientamenti, chiusure e il germe dell’odio non è sconfitto per sempre, il timore del diverso, il rifiuto della differenza, la volontà di sopraffazione sono sentimenti che possono ancora mettere radici e svilupparsi e propagarsi”.
Il presidente ha concluso parlando dell’Europa: “Pur essendo imperfetta, fragile, incompiuta, l’Unione europea rimane il più forte antidoto al ritorno dei muri, dei risentimenti nazionalisti, dei fanatismi che non di rado esibiscono la loro carica distruttiva”. E ancora: “La prospettiva che è emersa dalla reazione alla ferocia dell’estate del ’44 e dalla Liberazione è proprio quello dell’unità europea, l’Europa unione di minoranze, casa comune di libertà, uguaglianza e solidarietà, motore di democrazia e di cooperazione. Ripeterlo qui a Sant’Anna di Stazzema non è una liturgia ma un’affermazione impegnativa”.