Un successo senza tempo, come quello delle sue canzoni che attraversano gli anni e le generazioni, continuando ad emozionare il pubblico. Sarà per il carisma, l’autenticità e quella passione che muove e spinge ogni cosa, anche un talento straordinario. Oltre 14 milioni di dischi venduti in tutto il mondo in sessant’anni di carriera e poi il teatro, il cinema, la tv.
Massimo Ranieri è un artista a tutto tondo che ha saputo spaziare e lasciarsi contagiare dalle arti e contaminare, a sua volta. Un artista affamato di vita, di curiosità e di quei sogni che porterà il 6 giugno, di nuovo, sul palcoscenico fiorentino del Tuscany Hall, come ci ha raccontato lui stesso.
Massimo Ranieri torna a Firenze con il suo spettacolo “Tutti i sogni sono ancora in volo” Firenze, città che la ama moltissimo e dove – da sempre – registra il tutto esaurito. Qual è il ricordo più bello che porta con sé della città?
La prima volta a Firenze? Fu come attore, in un film meraviglioso: Metello
Firenze è e sarà sempre nel mio cuore perché vi ho trascorso alcuni dei giorni più belli della mia vita, un po’ di anni fa: la prima volta come attore in un film meraviglioso, “Metello”, con un regista straordinario, Mauro Bolognini. E poi, ogni volta che porto il mio spettacolo in questa splendida città, trovo sempre un pubblico meraviglioso che mi accoglie con grande affetto.
Nel corso della sua carriera ha cantato quasi 500 canzoni, quasi tutte parlavano d’amore. C’è bisogno – secondo lei – di rimettere l’amore al centro della vita, della società?
Nel 1964 sono salito per la prima volta su un palcoscenico ed è vero che da allora nelle mie canzoni il tema è sempre stato l’amore. Anche l’amore finito. Ecco, anche nel mio spettacolo il filo conduttore è l’amore. Racconto la mia vita con i suoi momenti positivi e quelli negativi, parlo delle delusioni, di tanti amori che sono svaniti, sempre per colpa mia perché il lavoro mi ha tenuto troppo spesso lontano da casa.
Giorgio Strehler è l’uomo che è riuscito a dare testa e gambe ad un artista “con una bella voce ma che doveva ancora imparare tutto”. Oggi come ricorda quei giorni e l’incontro artistico con il Maestro?
Da Strehler ho imparato a non tralasciare nulla
L’esperienza con Giorgio Strehler è stato il momento più incredibile della mia vita. Mi sono letteralmente buttato nel suo teatro e ho fatto miei i suoi insegnamenti. Da lui ho imparato tanto, soprattutto a non tralasciare nulla: grande attenzione ai particolari, sempre.
Massimo Ranieri, 72 anni e ancora tanta energia per rincorrere i suoi sogni. Come si ricercano lo stupore e la meraviglia al traguardo dei settanta?
Io non mi fermo. Vado avanti cercando nuove strade. In questo spettacolo ci saranno canzoni del nuovo album scritte, tra gli altri, da Pino Donaggio, Ivano Fossati, Bruno Lauzi e Giuliano Sangiorgi, ma anche le mie classiche di sempre.
Ranieri, lei è cresciuto in una “stanzulella” al Pallonetto di Santa Lucia, dove un tempo si vedeva il mare, prima che fossero costruiti grandi palazzi. Oggi in tanti sognano il mare, l’equilibrio ma anche l’energia e la forza che restituisce alla vita. Come si può vedere il mare e cercarlo anche dove non c’è o dove non si può vedere più?
Solo i sogni possono far vedere il mare anche dove non c’è
Solo i sogni possono far vedere il mare anche dove non c’è. Mai smettere di sognare. Io non ho dei cassetti di sogni, ma armadi a 4 ante. Sognare fa parte del mio DNA. Nel mio spettacolo esorto tutti a sognare perché se ci credi sicuramente molti si realizzeranno.