«Aggiungiamo a quelle distribuite nei giorni scorsi altre 50mila mascherine certificate CE, oltre 160mila mascherine autoprodotte dalla Toscana con tessuto tnt e altre 16.680 ffp2». A dirlo è il presidente della Toscana Enrico Rossi, che questa mattina, sabato 21 marzo, si è recato prima all’ospedale di Santa Maria Nuova e poi a quello di Careggi, a Firenze, per partecipare alla consegna di una nuova fornitura di dispositivi di protezione individuale ai presidi sanitari della regione.
«Pensiamo che questo numero sia sufficiente per garantire la sicurezza per diversi giorni» ha spiegato. «Ma la produzione delle nostre mascherine continuerà anche nei prossimi giorni. Anzi, aumenteranno le quantità. Vogliamo capire se nonostante questo mancheranno ancora mascherine, ma vogliamo anc he capire bene come viene fatta la distribuzione, con quali crietri, e se ne viene fatto buon uso. Esercitiamo il nostro dovere e la nostra funzione di controllo. Per far questo controlleremo la distribuzione, per essere sicuri che avvenga in modo trasparente».
La distribuzione
Le mascherine saranno ripartite alle diverse aziende della Toscana. «L’assessore Stefania Saccardi andrà di persona alla Asl Sud, un’altra persona andrà all’Azienda Nordovest» ha proseguito Rossi. «I disposotivi saranno consegnati con verbale ai Direttori generali, che poi li distribuiranno, sempre con verbale, ai responsabili dei diversi presidi, che a loro volta effettueranno la distribuzione tra le diverse unità operative. La filiera sarà controllata perchè non si tratta di un’operazione banale. Abbiamo circa 60mila dipendenti diretti collocati in differenti situazioni e 12mila posti letto negli ospedali. Conosco gli appelli dei medici per le ‘mascherine per tutti’ – ha aggiunto il presidente rispondendo alle domande dei cronisti che lo attendevano fuori dagli ospedali – sono appelli giusti, ma è necessario confrontasi con le possibilità produttive. La Toscana sta facendo più del possibile: oltre a reperire le mascherine presenti sul mercato, le abbiamo anche prodotte in proprio. Ho inoltre fatto un appello alle imprese che attualemnte non lavorano, perchè ci diano le loro mascherine ffp2 e ffp3, che adesso servono per le sale operatorie. In Toscana siamo 3.700.000 di persone, è chiaro che dobbiamo dare una priorità nella fornitura a chi svolge professioni sanitarie, più a rischio».
Mascherine “Made in Tuscany”
Intanto sono tutti al lavoro per produrre le mascherine in tessuto non tessuto “made in Tuscany” da distribuire a medici, infermieri ed operatori. E il presidente della Toscana Enrico Rossi ringrazia le piccole e medie imprese per la risposta veloce assicurata, facendo altrettanto con il mondo dell’alta moda: più di 260mila mascherine sono state prodotte in queste ore, di cui 120 mila ‘toscane’ e 60mila a marcatura CE. Lunedì la produzione giornaliera del “made in Tuscany” salirà però a 129 mila, per poi crescere ancora: 149 mila martedì e 187 mila mercoledì.
La Regione fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus ha deciso di coinvolgere le imprese toscane ideando un tipo di mascherina triplo strato in tessuto non tessuto con elastico, testata dai laboratori di analisi dell’università di Firenze e compatibile con i requisiti di sicurezza di quelle chirurgiche ma a marchio CE.
Tre fornitori (Paimex, Vignolplast e Sacchettificio Toscano) stanno assicurando il grosso del fabbisogno: si tratta di piccole e medie imprese molto veloci e dinamiche, partite per prime e che producono tra gli 80 e i 100 mila pezzi al giorno. Poi si sono aggiunti i marchi della moda, che realizzandole in proprio o attraverso i loro fornitori hanno alzato ulteriormente la produzione. C’è Gucci, ad esempio, tanto per citare i più noti, ma anche Salvatore Ferragamo, Fendi, Celine, Serapian con pelletteria Richemont, Prada, Valentino, Ermanno Scervino.
Ventilatori per la terapia intensiva
Rispondendo ai giornalisti Rossi ha toccato anche il tema delle terapie intensive e della produzione interna di presidi sanitari. «Lavoriamo per aumentare ulteriormente i posti in terapia intensiva – ha detto – ma stiamo aspettando una fornitura adeguata di ventilatori. Per il momento il sistema toscano delle terapie intensive sta funzionando, ma sto consinuando a fare appelli a livello nazionale perchè i ventilatori che ci sono stati promessi arrivino. Quello della produzione dei presidi sanitari – ha aggiunto – è un problema di dimensione europea. Occorrerebbe il potere di poter ordinare all’industria di riconvertirsi nella produzione di macchinari sulla base delle necessità che abbiamo, ma questo è un potere che va oltre le competenze del presiden te della Regione e posso solo appelarmi al Governo perchè questi macchinari vengano prodotti. Inoltre il fatto che l’Europa e l’Italia debbano dipendere dalla Cina per la produzione di mascherine ci deve far pensare, anche per il futuro. Da tempo ripeto che dovremmo investire di più su politiche per l’industria, perchè si produca anche in Italia. In Europa vengono prodotte le armi, ma allo stesso modo si dovrebbero produrre presidi sanitari, che in caso di emergenza diventano essenziali».