Cultura /DAL PASSATO

Manoscritti e pergamene per scoprire storie dimenticate: mostra dei documenti antichi del Capitolo del Duomo di Firenze

Datati tra l’XI e il XIX secolo, sono conservati nell’Archivio e mai esposti prima. Ci sono anche quelli firmati da Matilde di Canossa, Brunetto Latini, Pietro Bembo, Santa Caterina de’ Ricci e San Giovanni Bosco.

Manoscritti e pergamene, datati tra l’XI e il XIX secolo, firmati, tra gli altri, da Matilde di Canossa, Brunetto Latini, Pietro Bembo, Santa Caterina de’ Ricci e San Giovanni Bosco. Il Capitolo del Duomo di Firenze li mette in mostra, per la prima volta, nella sua sede, in via della Canonica, fino al 30 dicembre, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13. La mostra, piccola ma preziosa, ha lo scopo di far conoscere documenti custoditi nell’archivio: sono momenti e storie dimenticate o non conosciute della vita del Capitolo e, in generale,  della storia fiorentina.

I documenti mai esposti prima

 C’è un manoscritto in mostra, ad esempio, che si riferisce alla messa celebrata per la vigilia di Natale del 1944, da monsignor Iosia, solo per gli alleati che avevano contribuito alla liberazione di Firenze.

Si va molto più indietro, al 2 marzo del 1100, quando Matilde di Canossa (1046 – 1115) emette il “Bando sui beni di Campiano”. Guido Guerra II, figlio adottivo di Matilde, aveva donato le proprietà della chiesa di Campiano, nei pressi di Barberino di Mugello, al Capitolo del Duomo di Firenze, ma, nonostante la donazione, le proprietà erano oggetto di contese e Matilde di Canossa con questo bando le attribuisce definitivamente al Capitolo.

Sono visibili anche degli atti notarili, del 26 e 29 giugno del 1257, a firma di Brunetto Latini (Firenze, 1220 circa – 1294-1295) notaio e scrittore, in cui si attesta che i debiti contratti dal Capitolo dovessero essere pagati anche mediante prestiti: 94 libre fornite dai due fratelli Adimario e Berlengherio (uno dei quali canonico del Capitolo). Papa Alessandro IV aveva chiesto ai vescovi collaborazione economica e militare per combattere una crociata contro i saraceni in Puglia. Il vescovo di Firenze, Giovanni II, che aveva anche una sua milizia, aveva imposto al clero fiorentino di dare un contributo economico e il Capitolo dovette contrarre ingenti debiti per trovare le risorse.

Un altro manoscritto visibile al pubblico è il documento redatto da un notaio a firma di Pietro Bembo (1470 – 1547), cancelliere o abbreviatore di Papa Leone X, datato 30 gennaio 1517, con cui il pontefice “impone la scomunica a coloro che sottrarranno pietre preziose alla mitra” da lui donata al Capitolo (oggi conservata al Museo dell’Opera del Duomo).

Tra i manoscritti in mostra, un libretto di entrate e uscite per la scuola per le bambine povere che il Capitolo aveva aperto, nel gennaio del 1885, nella Torre degli Amieri. Il documento scoperto recentemente è oggetto di studio. L’istruzione fu affidata alle suore domenicane e in più il Capitolo offriva alle bambine una minestra al giorno. Dal manoscritto emerge che alcune delle famiglie nobili fiorentine, in particolare i Marchesi Gerini, contribuivano economicamente alla scuola che fu chiusa il 4 luglio del 1889 perché il Municipio aveva deciso di demolire la Torre degli Amieri.

In occasione della mostra è visibile anche il Ceppo della tradizione natalizia fiorentina, riprodotto su modello del XVIII secolo

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