La stima dei danni causata dall’alluvione del 2 novembre scorso è ancora difficile da fare, ma secondo il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani è altissima, “vicina ai due miliardi di euro”. Lunedì 13 novembre, a dieci giorni dal tragico evento costano la vita a ben 8 persone, il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci ha effettuato un sopralluogo a Campi Bisenzio.
Il ministro non parla di cifre: “Per la fase di ricostruzione dopo l’alluvione in Toscana – ha ricordato Musumeci – serve una relazione dettagliata sui danni alle infrastrutture e ai privati. E a questo sta lavorando e deve lavorare la Regione Toscana insieme ai sindaci, fornendo magari la relazione nella prima decade di dicembre. Maggiore è la portata del danno e più tempo servirà per per intervenire e soddisfare le esigenze”.
L’incontro è stata l’occasione per aprire un nuovo tavolo tecnico nazionale insieme al presidente e commissario per l’emergenza, Giani, al Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, al sindaco della Città Metropolitana, Dario Nardella, al sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, alla prefetta di Firenze, Francesca Ferrandino, all’assessora regionale Monia Monni e al sindaco di Prato e presidente Anci, Matteo Biffoni.
Un incontro operativo che ha messo sul tavolo le richieste del territorio, soprattutto dei circa trenta comuni coinvolti. “Andiamo sicuramente vicini ai 2 miliardi – ha detto Giani – e contemporaneamente abbiamo bisogno e la necessità di risorse per l’immediato, per i primi soccorsi, per le ordinanze con cui rimettiamo in sesto gli argini, per quello che sono tutte le situazioni che ci chiedono cittadini che hanno perso tutto e le imprese danneggiate”.
Prima dei lavori è stato osservato un doveroso minuto di silenzio per le vittime delle alluvioni. “Abbiamo avuto 8 morti in Toscana – ha detto Giani – e danni rilevanti in ben cinque delle dieci province toscane. E’ stato colpito anche il cuore economico della Toscana. Abbiamo subito un evento meteorologico come non si era mai visto fino ad oggi e il pericolo maggiore è stato rappresentato dai piccoli torrenti: l’Agna, lo Stella, il Bagnolo, gli altri torrenti del reticolo minore, che però in questo caso si è rivelato rilevante e devastante”.
“Ora dobbiamo portare avanti tre fronti fondamentali – ha ricordato il presidente – gli interventi di somma urgenza, cioè la ricostruzione degli argini e la messa in sicurezza del territorio; l’assistenza alle famiglie che hanno subito danni; l’attenzione alle imprese colpite, anche perché i quest’area si trovano manifatture che sono indispensabili anche al settore moda e all’eccellenza dell’export italiano”. “Occorreranno risorse – ha continuato Giani – perché il territorio possa avere risposte immediate. Oltre 30.000, tra famiglie e imprese, sono state colpite direttamente dalle esondazioni. Fino ad oggi c’è stata una stretta collaborazione con il Governo, e vorrei continuasse per poter dare risposte concrete alle persone. La volontà è quella di uscirne tutti insieme. Voglio vivere uno spirito di grande collaborazione e spero che prevalga questo clima rispetto alla prospettiva delle polemiche”.
Un territorio stanco, stremato nelle forze ma non nell’animo. “Negli ultimi 10 giorni ne abbiamo avuti 6 di allerta nei quali è piovuto”, ha detto Curcio. “Questo è un po’ il momento della stanchezza ma siamo costantemente in contatto e la linea di catena della protezione civile è molto unita.Grazie a tutto il sistema e al volontariato di protezione civile”.
Cambiare approccio per le alluvioni, secondo il ministro Musumeci, è fondamentale: “Mettiamoci il cuore in pace non è più un evento straordinario ma ordinario. Sono ormai 15 anni che c’è il cambiamento climatico”. ” Sarebbe un errore dire che la colpa è solo del cambiamento climatico. La colpa non è solo della natura ma anche dell’uomo”. “Da parte nostra a Roma sarò fatto tutto quello che è possibile e necessario fare nei tempi che le procedure burocratiche consentiranno. Vogliamo che si torni presto alla normalità e che si apra una stagione nuova”.
Questo governo, ha poi ricordato il ministro, “ha messo a disposizione delle Regioni 800 milioni del Pnrr per la sicurezza del territorio. L’uomo può attutire e mitigare gli effetti” del maltempo e dei cambiamenti climatici “e la responsabilità che l’uomo deve avere è nel non consumare nuovo suolo”. Il ministro domani sarà in Versilia: “Ascolterò operatori, sindaci, rappresentati del territorio perché il Governo vuole avere piena e serena consapevolezza di quanto accaduto e quanto può fare”.
E intanto continuano i lavori per il ritorno alla normalità, da una parte gli interventi di rispristino e consolidamento degli argini, dall’altro il fronte rifiuti, la cui gestione rappresenta una criticità arginata con la nuova ordinanza emessa dal commissario. “C’è una grandissima mobilitazione – ha detto Giani – ieri sono stato nei luoghi dove magari la crisi è stata meno acuta, ma dove hanno avuto danni molto consistenti, ovvero prima a Vinci nella zona industriale, dove l’acqua è arrivata ad 80 centimetri, e dove ci sono stati danni fortissimi, poi a Lamporecchio dove fra lì e Larciano ci sono state aziende, come il consorzio dell’olio, dove tutto è stato inondato”. Ma ciò che più preoccupa è la continua pioggia che continua a battere su terreni già fragili. “Per lavorare ci vogliono condizioni che spero dal punto di vista atmosferico siano migliori”. “Vedo comunque in generale una voglia di ripresa ma deve essere sostenuta e supportata”.