Solo negli ultimi anni in Toscana sono stati sequestrati e proposti per la confisca beni per circa 100 milioni di euro. “È un traguardo molto importante” ha detto il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata da Libera Toscana al Cinema La Compagnia di Firenze.
Più inchieste, più confische
“Questa è la mia ultima presenza in questo giorno di memoria” ha spiegato Creazzo ricordando la scadenza del suo mandato. “Non è ancora tempo di bilanci, ma cominciando a ripensare all’azione del mio ufficio sono convinto di poter dire che da otto anni a questa parte il contrasto sul terreno alle mafie in Toscana è certamente migliorato. Sono aumentate le inchieste e la qualità delle inchieste, la quantità e la qualità delle confische e dei sequestri perché la maniera migliore di colpire la mafie è togliere il frutto dei loro illeciti guadagni, colpire la mafia nella sua ricchezze è la maniera migliore di far venire meno la ragione sociale delle organizzazioni criminali”.
Alti e bassi
Eppure secondo il procuratore di Firenze la nostra storia “è fatta di alti e bassi”. Per Creazzo in questo momento “sembra che la lotta contro le mafie non sia più una priorità, e non sia più assistita da un’attenzione e da una volontà, anche politica, importante. C’è chi approfittando della grave crisi della magistratura, portata dallo scandalo Palamara, ne approfitta per colpire i magistrati e la magistratura in generale”.
Nella stessa circostanza il procuratore Giuseppe Creazzo ha anche detto che “c’è chi sta cercando di trarre dalle difficoltà, che indubbiamente ci sono state, risultati che vanno al ribasso per ridimensionare la libertà, l’autonomia e l’indipendenza della magistratura che sono un valore che è posto nell’interesse non dei giudici, ma dei cittadini. Un giudice libero, autonomo e indipendente garantisce il cittadino debole di fronte ai poteri forti”.
Infiltrazioni (anche) in Toscana
“La mafia si insinua in modo sempre più silenzioso, in modo più tecnologicamente portato a non palesarsi” ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, partecipando all’evento di Libera nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. “Ma in realtà la mafia è, purtroppo, sempre più presente nei comportamenti, nei modi e negli effetti che vengono scoperti” ha proseguito il governatore.
“A me preoccupa che la Toscana, nelle statistiche che emergono da vari istituti di ricerca, si trovi al centro di investimenti, infiltrazioni che portano la mafia in mezzo all’attività che le nostre istituzioni creano per la crescita e il progresso” ha detto Giani. “Ecco che la sensibilità deve essere sempre molto forte e la coscienza deve essere quella delle nuove generazioni che vivono un impegno attivo contro la mafia”.
Contro l’indifferenza
“Se ognuno di noi fa un pezzettino, anche piccolo, riusciremo a sconfiggere la mafia”
“Se volete davvero fare memoria, ricordare i nomi dei tanti uomini e donne innocenti uccisi dalla mafia cercate di non essere mai indifferenti, non giratevi mai dall’altra parte, abbiate il coraggio di stare sempre dalla parte giusta delle storia, quella dei diritti, della legalità, dell’impegno in associazioni come Libera” ha detto invece il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, rivolgendosi ai giovani in occasione della Giornata della memoria.
“Se ognuno di noi fa un pezzettino, anche piccolo, riusciamo a sconfiggere la mafia” ha aggiunto. “È una battaglia di tutti, noi istituzioni siamo al vostro fianco perché o cambiamo la mente delle persone oppure la mafia non la sconfiggeremo mai. Cerchiamo di impegnarci nelle istituzioni perché solo istituzioni sane e pulite posso davvero aiutare a combattere tutto questo”.
Attenzione al Pnrr
“Le mafie vanno dove ci sono i soldi”
E poi ci sono i fondi portati dal Pnrr, rispetto ai quali “le mafie sicuramente cercheranno di approfittarne, ma noi siamo perfettamente attrezzati per respingere questi attacchi” ha affermato Maurizio Vallone, direttore della Dia, a margine dell’inaugurazione a Firenze della mostra “Antimafia Itinerante” per i 30 anni della Direzione investigativa antimafia.
“Le mafie vanno dove ci sono i soldi, dove c’è possibilità di fare soldi, dove ci sarà possibilità di prendere appalti o costringere imprenditori a vendere le proprie aziende sottocosto” ha ricordato. “Proprio per questo il governo ha dotato le prefetture e le forze dell’ordine di maggiori poteri dell’ultimo anno a seguito dei decreti emergenza che sono stati emanati dallo stesso governo, e questo ci dà più possibilità di contrastare le infiltrazioni criminali”. Dunque, ha concluso Vallone, “siamo assolutamente fiduciosi” sul contrasto alle infiltrazioni mafiose negli appalti del Pnrr.
La Toscana “è ancora una regione sana, una regione produttivamente importante e scevra da grandi infiltrazioni criminali. È una delle poche regioni dove non ci sono ‘locali’ di ‘ndrangheta rispetto al nord Italia, ma dobbiamo stare attenti a che non si realizzi anche qui ciò che invece si è realizzato nel resto del Nord” ha aggiunto Vallone.