La fatica, la bellezza, l’energia. E poi c’è l’armonia, quella che regala il contatto con la natura. Quell’equilibrio perfetto che raggiungi quando cammini, il resto intorno assume contorni a volte definiti, altri meno. C’è la luce che si fa sentire. Taglia in due il cielo, fa brillare il verde di settembre. A terra c’è la polvere. Si alza mentre un passo segue l’altro, alla ricerca di tappa, di una nuova partenza.
Sulla strada di Luca Calvani, Alessandro Franchini e dei loro quattro bassotti c’è questo e c’è anche un fine straordinario, quello di raccogliere fondi per sostenere Corri la Vita e la ricerca contro il cancro. Un viaggio partito dal loro casale de “Le Gusciane” a Pontemazzori, piccolissima frazione di Camaiore che si trova proprio sulla Via Francigena. E quindi perché non far iniziare il proprio cammino da lì, da quel posto scelto come casa, come luogo di sogni e di speranze per costruire un mondo migliore? La destinazione è Roma, l’anello finale di un percorso che porta con sé mille significati. Ogni pellegrino che sceglie questo tracciato trova poi il suo personale insegnamento, il ricordo, la memoria.
5 giorni fa, zaino in spalla e guinzagli alla mano, l’inizio del viaggio. Prima tappa Altopascio, documentata su instagram, con stories e video. Le strade, le soste, le sensazioni. Tutto prende forma in uno storytelling autentico, non viziato da una promozione mascherata da esperienza. Tutto vero, tutto sentito. Il sudore, l’affaticamento ma anche l’emozione di fronte ad un tramonto che arriva a regalare fiato e stupore.
“Viaggiare è programmare, sognare, imparare ma anche scoprire ogni giorno dove ci porterà il cammino”. Lo scrive Alessandro, in uno dei suoi post. Il viaggio comincia con un passo, e molti ne faremo con i nostri piccoli amici. Sarà una bella sfida, ma soprattutto una grande avventura”.
Una sfida corale, supportata da tanti amici che seguono il viaggio di questa bellissima famiglia grazie ai social. Ed ecco che arrivano i suggerimenti sulle soste da fare durante l’itinerario, cosa vedere, cosa gustare. Così l’esperienza diventa condivisa, seppur virtualmente. E il viaggio si arricchisce di nuovi spunti, assume forme nuove, allarga gli orizzonti.
Dopo Altopascio Luca, Alessandro e i loro energici Furio, Camillo, Borlotto e Gastone si sono diretti verso San Miniato. Poi è stata la volta di Gambassi, Colle Val d’Elsa, Monteriggioni. La sosta in Piazza del Campo a Siena, la ricerca degli ostelli, Ponte d’Arbia. Anche per i bassotti non sono mancate le sfide durante il percorso: l’attraversamento dei torrenti, piccoli salti da un masso all’altro mentre le acque smeraldo dei fiumi diventavano sfondo ideale per immortalare un ricordo.
La scena naturale è viva e mutevole, intensa. E poi ci sono quei paesaggi, ognuno con il proprio carattere, la propria intensità. “Siamo sempre più incantati”, ammette poi l’attore nel suo racconto su instagram. “Il paesaggio ci riempie gli occhi e ci svuota la testa. Ci vuole tanto cuore per questo cammino”.
Un cammino speciale perché riesce a mettere insieme due uomini, i loro animali, la natura e ne fa un tutt’uno. Il viaggio che diventa somma di tutto, ponte tra i mondi, bagaglio di ricchezza inestimabile. Si cammina e si cambia, mentre le ore scorrono e le scarpe affondano nella terra. I giorni passano, uno dopo l’altro. Passano i borghi, le città, i sentieri. C’è sole e notte. C’è il caldo, una sferzata di vento improvvisa, un rumore nel silenzio. Ma soprattuto c’è la voglia di condividere un percorso e di farlo insieme. Questo insegna l’avventura di Luca Calvani e dei suoi compagni di viaggio, la bellezza dell’unione. La fatica così diventa vano accessorio e l’energia spinge a raggiungere tappe di vita, sogni, traguardi speciali. Come questo, una splendida sfida con la quale misurarsi, su un terreno speciale come quello della Via Francigena.