Sfide e opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la fase post pandemia del mondo della cultura sono state al centro della 17esima edizione di Lubec 2021. Borghi, welfare culturale e imprese dello spettacolo i principali temi affrontati per analizzare il momento attuale e tratteggiare il futuro. Più di 2mila partecipanti fra le presenze al Real Collegio e quelle da remoto su streaming, tra i laboratori, incontri e seminari di cui 400 online per il solo convegno di apertura. La duegiorni si è aperta con il convegno ‘Cultura driver del cambiamento: sfide, opportunità e attori‘. L’occasione per fare il punto sulla spesa del PNRR per la cultura e affrontare il tema della rigenerazione culturale che passa dal piano nazionale Borghi. Un progetto ambizioso che punta al rilancio economico e allo sviluppo dei piccoli comuni. Un piano “da oltre un miliardo – ha detto Gaetano Scognamiglio, presidente di Promo Pa -. Affinché abbia successo, sarà necessario che i fondi del Pnrr siano messi velocemente a disposizione“. Solo così il piano di rilancio potrà partire con il piede giusto e soprattutto centrare gli obiettivi che si è prefissato. Il presidente di Promo Pa è entrato nello specifico. “Si dovrà garantire ai piccoli centri la possibilità di coprire gli oneri di assistenza tecnica progettuale non solo per la parte immobiliare, ma anche per la redazione dei piani di gestione, permettendo un più agevole accesso a competenze specialistiche spesso indisponibili a livello locale. Se non fosse possibile destinarvi i fondi del recovery si potrebbero rimodulare i fondi non ancora spesi delle politiche di coesione per destinarli a questo scopo”.
L’occasione per analizzare a fondo sfide e opportunità che il Pnrr offre è arrivata dall’intervento di Lorenzo Casini, capo gabinetto del Mic. “Il Ministero della Cultura sta lavorando intensamente da diversi mesi sul piano: tra le questioni affrontate e che saranno dibattute l’investimento per la riqualificazione dei borghi, il piano per la digitalizzazione e tutti gli interventi che consentiranno di tutelare il patrimonio culturale, anche in una prospettiva di efficientamento energetico e di abbattimento di barriere di ogni tipo, per facilitare la fruizione e l’accesso alla cultura. Vi sono inoltre la riorganizzazione degli uffici e l’accelerazione delle procedure: tra questi esempi rientra l’aver creato una Soprintendenza speciale per il Pnrr, che dovrebbe assicurare uno snellimento delle pratiche e anche maggior certezza rispetto ai tempi del procedimento”.
Angelantonio Orlando, dirigente della struttura del Ministero della Cultura ha fornito indicazioni sull’utilizzo delle risorse. “Saranno suddivise in 800 milioni per la riqualificazione dei piccoli borghi e 200 milioni per incentivi e sostegno alle imprese artigianali dei comuni selezionati – ha spiegato Orlando -. In particolare, 420 milioni saranno destinati a 21 borghi pilota (20 milioni ciascuno), uno per regione e province autonome da questi individuati e accompagnati nella progettualità. Altri 380 milioni di euro andranno a 229 piccoli centri – ha proseguito Orlando –: sommati ai fondi per le imprese locali fanno circa 2,5 milioni a comune. Il bando verrà pubblicato a novembre, le candidature dovranno arrivare entro febbraio. Il ministero sta provando a trovare le modalità per l’uso delle risorse del fondo di sviluppo e coesione (Fsc) destinate ai supporti tecnici, mentre le società inhouse potranno accompagnare i comuni selezionati nel definire i progetti”.
La Capitale italiana della cultura e le 9 finaliste
La prospettiva di valorizzazione dei territori e il progetto di Capitale Italiana della Cultura sono stati al centro di un workshop che ha visto alcune città candidate confrontarsi tra loro: “Da Lubec rilanciamo la proposta di destinare un riconoscimento anche alle 9 città finaliste, oltre che al vincitore, per non vanificare attività progettuali spesso frutto di un lavoro complesso e oneroso da parte delle comunità locali, coinvolte nella redazione del dossier di candidatura alla riscoperta entusiastica del proprio patrimonio culturale“, ha spiegato Scognamiglio.
Dal dibattito sono emersi elementi d’indubbio interesse. “In questa prima giornata abbiamo ascoltato la visione e le proposte di quegli attori che sui territori operano attraverso politiche, azioni e strumenti raccogliendo la sfida della transizione culturale in atto, nel quadro definito con la Dichiarazione di Roma del G20, che indica la cultura come motore per la crescita sostenibile e determinate per la rigenerazione delle nostre economie“, ha commentato Francesca Velani, direttrice di Lubec.
Parole di elogio per il lavoro prezioso svolto in questi ultimi 17 anni sono giunte dal presidente della Toscana Eugenio Giani. “Lubec – ha detto – è davvero orgoglio della Toscana della cultura. Lucca, città di grande bellezza e forte identità è il luogo giusto per avviare un dialogo all’insegna della cultura non solo sul piano regionale ma anche nazionale e internazionale“.
Riconoscimento Lubec a Donati, Art Bonus a Fonte di S. Francesco
A margine della manifestazione sono stati consegnati il Riconoscimento Lubec 2021, dedicato come ogni anno a una personalità che si è distinta nel settore dei Beni Culturali. Quest’anno, il destinatario è stata Alba Donati, per aver unito all’impegno letterario e a quello istituzionale di Presidente del Gabinetto Vieusseux, la realizzazione di un progetto di valorizzazione territoriale a base culturale con l’apertura della libreria “Sopra la penna” nel borgo di Lucignana tra gli Appennini e le Apuane.
Si è tenuto poi il conferimento del titolo “Progetto Art Bonus dell’anno 2020″ in collaborazione con Ales – Arte servizi e lavoro spa, per le iniziative di mecenatismo culturale. Primo classificato è stato il restauro della Fonte di San Francesco a Ponte San Giovanni, del Comune di Perugia. La medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica è stata assegnata alla XVII edizione di Lubec.
Il primo summit sull’immersività
Immersiva è stato il primo summit internazionale sull’immersività tra casi di successo e alleanze fra tecnologia e creatività per uno strumento in grado di ampliare la comunicazione e l’espressione artistica, con installazioni interattive, videomapping, realtà virtuale e aumentata, in contesti museali ed espositivi.
“Questo primo summit dedicato all’immersività a Lucca è stato un momento di ricognizione delle realtà del settore e porterà a organizzare il prossimo summit nel 2022 con un patrimonio di dati operatori ed esperienze, tali da doversi parlare di una realtà già strutturata in Italia – conclude Scognamiglio -. Fortunatamente, sul versante pubblico questo fenomeno dell’innovazione è seguito con molta attenzione perché sia la Fondazione Scuola del Patrimonio che la Digital Library, che è responsabile del piano di digitalizzazione del patrimonio culturale, vanno nella direzione di professionalizzare il settore pubblico sul tema”.