Fino al prossimo 15 dicembre le sale di Villa Pacchiani a Santa Croce sull’Arno ospiteranno la mostra personale dell’artista albanese Lori Lako che risiede da molti anni in Italia: un percorso articolato attraverso opere realizzate in occasioni diverse e il progetto pensato appositamente per la città toscana.
Santa Croce sull’Arno, piccolo centro conosciuto in tutto il mondo per la lavorazione della pelle, è diventato nel corso degli anni un punto di arrivo per numerosi migranti.
La popolazione del comune toscano (circa 14600 abitanti) è oggi costituita dal 23% di cittadini di varie origini provenienti da oltre 50 paesi diversi, dando vita a una realtà composita, interessante e complessa.
La comunità albanese, la più numerosa nel comune toscano, è stata la prima ad arrivare a Santa Croce sull’Arno in un processo migratorio che risale ai primi anni Novanta dello scorso secolo.
Attraverso la sua pratica artistica Lori Lako cerca di riflettere sulla complessità dell’esistenza postmoderna utilizzando un approccio multidisciplinare e investigando come sia eventi storici e esperienze individuali siano mediate e riconfigurate nella sfera digitale.
Lori Lako lavora con la fotografia, il video, il suono realizzando opere dove l’esperienza collettiva si misura costantemente con le vicende individuali lavorando sugli archivi fotografici e sulla raccolta di testimonianze costruendo nuove narrazioni.
L’immagine fotografica e digitale si confronta con la sua possibile manipolazione e con i meccanismi di falsificazione della tradizione storica.
Le sue opere si fondano spesso su racconti raccolti, memorie tramandate, documenti visivi si intrecciano con un vissuto personale e famigliare.
In primis la storia dell’Albania, la costruzione di monumenti e documenti che hanno veicolato l’immagine che la dittatura ha manipolato per la propria narrazione, fino alla disgregazione del blocco sovietico e lo spaesamento successivo di un paese che ha dovuto ricostruire una propria identità facendo i conti con il passato e con un futuro incerto.
Il miraggio di un benessere legato all’immagine dei capitalisti paesi occidentali percorre gran parte dei suoi lavori che spesso nascono da narrazioni e testimonianze collegando generazioni e rilevando continuità e conflitti.
Lori Lako è nata quando l’Albania era un paese agricolo scarsamente industrializzato, estremamente impoverito ma che aveva dovuto fare i conti con i cambiamenti democratici attraversati dagli altri stati dell’Europa dell’Est ostinandosi a considerarsi l’unico paese sinceramente socialista, isolato dal resto dell’Europa nel tentativo di difendere la purezza anticapitalista.
Dai racconti dei genitori (il padre era un artista e docente di arte) Lori ha avuto contezza del modo di vivere in un’Albania chiusa al mondo, ai viaggi di studio e di conoscenza. Ha raccolto testimonianze di anni che non ha vissuto dove il Capitalismo era considerato la vera piaga sociale e dove si viveva con pochi mezzi.