Sarà l‘Opificio delle Pietre Dure di Firenze ad occuparsi de restauro dell’opera di Marcel Duchamp, ‘Scatola in una valigia’, custodita nella Collezione Peggy Guggenheim a Venezia. L’opera, già arrivata in città e che sarà dunque sottoposta dagli esperti ad un intervento di studio e conservazione, è un esemplare della ‘Boite-en-valise’, il primo di un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio Louis Vuitton in cui l’artista francese ha raccolto 69 riproduzioni e miniaturizzazioni di suoi celebri lavori realizzate su supporti diversi: pelle, carta fotografica con aggiunte a matita, acquerello e inchiostro.
Tra le riproduzioni c’è una miniatura del famoso orinatoio rovesciato, ‘Fontana’ del 1917, e una riproduzione di un ‘ready-made rettificato’ del 1919 della Gioconda di Leonardo da Vinci, con barba e baffi. Le venti valigie contengono, oltre alle riproduzioni, un originale diverso per ogni valigetta: in quella arrivata all’Opificio c’è la riproduzione de ‘Le roi et la reine entourès de nus vites’ (del 1912), colorata ex-novo dall’artista proprio per quest’opera. Presente, infine, anche una dedica a Peggy Guggenheim, che sostenne economicamente Duchamp.
Con l’affidamento della ‘Scatola in una valigia’ al laboratorio di Firenze prosegue quindi la collaborazione tra l’Opificio e la Collezione Peggy Guggenheim che nel 2013 aveva portato al restauro dell’opera di Jackson Pollock, Alchimia.
“Quest’opera segna la seconda tappa di questa collaborazione – ha detto Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio – e come tutte le altre opere la procedura prevede di studiare attentamente l’oggetto tramite indagine diagnostica e con gli esperti approfondire lo studio dei significati. Poi sarà questione di individuare le tecniche di intervento adeguate per il restauro”.
“Per la fragilità dell’opera e per questioni di spazio non sarà sempre possibile esporla – ha spiegato la direttrice della collezione Guggenheim, Karole Vail – ma da metà settembre sarà in mostra per tre mesi e poi ci saranno altre opportunità”.