Torna in Toscana il grande artista canadese Hershey Felder apprezzato lo scorso anno al Teatro Verdi per la sua opera teatrale ispirata a George Gershwin, che ha prodotto molti spettacoli sulla vita di grandi autori della musica.
Nell’ambito della XXIV Stagione Teatrale del Teatro Verdi di Firenze e in occasione della riapertura del nuovissimo Teatro di Fiesole, Felder interpreterà Beethoven in un suo originale ritratto del compositore tedesco in uno spettacolo che andrà in scena dal 6 all’11 dicembre.
Artista internazionale di grande sensibilità e maestria Felder ha uno stile unico, a metà tra un concerto di pianoforte e una performance teatrale, che negli anni gli ha permesso di raccontare sul palcoscenico tanti protagonisti della musica, con un grande coinvolgimento di pubblico nelle migliaia di repliche di cui è protagonista.
Lo spettacolo “Beethoven” è tratto dal libro Aus dem Schwarzspanierhaus, scritto da Gerhard von Breuning, il medico che seguì Beethoven fino alla sua morte.
Felder darà vita alle più grandi composizioni di Beethoven eseguendo al pianoforte alcuni brani tratti dalle sinfonie più famose tra cui la Numero 5 e 8, dalle sonate Patetica, Al chiar di luna e Per Elisa e dal concerto dell’Imperatore.
Descritto dall’American Theatre Magazine come “un seducente ritrattista, avvincente narratore e superbo pianista da concerto”, Hershey Felder indosserà sia i panni del famoso musicista che del medico viennese che trascorse l’infanzia a fianco di Beethoven e che negli ultimi anni della sua vita se ne prese cura.
La regia è affidata a Joel Zwick (Il mio grosso grasso matrimonio greco 2002), tra i registi più prolifici di serie TV di Hollywood, che con Hershey Felder ha collaborato alla realizzazione del film Monsieur Chopin, Beethoven As I Knew Him e Maestro.
Ecco la nostra intervista a Hershey Felder
Come nasce la sua passione per la musica classica?
È iniziata nella casa di riposo di mia nonna paterna. Mio padre mi portava a trovarla ogni domenica da quando avevo due settimane. Nell’atrio c’era un pianoforte verticale. Quando avevo tre anni, l’ho sentito suonare da un anziano. Sono rimasto ipnotizzato dal suono e dall’azione. Quando ha finito, sono andato sulla tastiera e ho iniziato a suonare la mia versione (molto rumorosa e in gran parte sgradevole) della musica sui tasti. La signora del negozio di articoli da regalo vicino all’atrio uscì da dietro la scrivania urlando. “O dai lezioni di piano a quel ragazzo o lo uccidi! E se non lo farai, lo farò io!” Il giorno dopo sono iniziate le lezioni e da allora mi sono innamorato.
Beethoven è stato il più grande compositore al mondo, uno straordinario innovatore, ma anche un uomo, com’era il suo carattere? Come ha fatto ad interpretare questo gigante?
Quando ho iniziato a suonare la musica di Beethoven in tenera età, ovviamente prima i brani più semplici, ho scoperto il Testamento di Heiligenstadt – la lettera che scrisse ai suoi due fratelli minori quando aveva solo 31 anni – ammettendo la sua sordità, nessuna speranza di cura e per questo ha pensato di porre fine alla sua vita. Ma non l’ha fatto a causa della sua arte. È stato allora che ho iniziato ad avere una comprensione molto basilare di un uomo molto profondo, ed è stato lì che è iniziata l’indagine sul suo carattere. Ovviamente in due ore è impossibile raccontare tutto, quindi la mia idea è stata quella di indagare sul lato personale della sua vita. C’è stato un individuo che ci ha lasciato un resoconto molto personale di com’era stare con Beethoven: il figlio del migliore amico di Beethoven. È un ricordo così personale e “umano”, quindi è così che ho deciso di raccontare la storia, creando non solo il personaggio di Beethoven ma anche questi altri due personaggi, il padre e il figlio che erano i suoi amici più cari. Alla fine, ha reso le connessioni molto più personali.
Qual è il suo compositore preferito?
Quello che sto suonando quando lo interpreto.
La Toscana è la patria di un altro grande compositore: Giacomo Puccini, possiamo sperare in una sua interpretazione?
Due stagioni fa ho girato un film su Puccini, con me stesso nel ruolo di Puccini. Sarebbe una cosa molto divertente da fare dal vivo sul palco. La mia idea è che i personaggi delle sue opere di Puccini vengono a perseguitarlo e gli parlano, discutono con lui, lo accusano e quasi lo prendono in giro per la sua vita. Perché in qualche modo, un pezzo di lui è in ciascuno dei suoi personaggi. Grazie per il suggerimento. Penso che sarebbe molto divertente farlo dal vivo! Ho visitato la casa dove è nato, ho visto il suo pianoforte, (dove ha composto Turandot…) nella soffitta dove cominciato a sognare la Boheme. Io c’ero e ho sentito molto bene il suo carattere, profondamente la sua musica e tutto intorno la Toscana.